Diritto Civile


Il Caso.it, Sez. Giurisprudenza, 7140 - pubb. 02/05/2012

Danno tanatologico e consapevolezza dell'imminente fine della vita

Cassazione civile, sez. III, 20 Aprile 2012, n. 6273. Est. Carleo.


Danno tanatologico – Consapevolezza dell'imminente fine della vita – Riconoscibilità – Presupposti – Apprezzabile lasso di tempo tra la lesione e la morte.



Il danno tanatologico, inteso come consapevolezza dell'imminente fine della vita, non può essere riconosciuto ove la vittima non abbia sofferto alcun dolore di natura psichica, come nell'ipotesi di coma fino al momento del decesso. Va invece riconosciuto il danno biologico consistente nella lesione in sé e per sé dell'integrità psico-fisica, per il tempo intercorso tra l'insorgenza delle lesioni ed il successivo decesso. Ed invero, costituiscono massime ormai consolidate nella giurisprudenza della Suprema Corte, quelle secondo cui, in caso di lesione dell'integrità fisica con esito letale, un danno biologico risarcibile in capo al danneggiato, trasmissibile agli eredi, è configurabile qualora la morte sia intervenuta dopo un apprezzabile lasso di tempo, si da potersi concretamente configurare un'effettiva compromissione dell'integrità psicofisica del soggetto leso, mentre non è configurabile quando la morte sia sopraggiunta immediatamente o comunque a breve distanza dall'evento, giacché essa non costituisce la massima lesione possibile del diritto alla salute, ma lesione di un bene giuridico diverso, e cioè del bene della vita. (Redazione IL CASO.it) (riproduzione riservata)


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