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Il Caso.it, Sez. Articoli e Saggi - Data pubblicazione 01/03/2022 Scarica PDF
Ucraina, le comunicazioni del presidente Mario Draghi al Senato - Martedì, 1° marzo 2022
Mario Draghi, già Presidente del Consiglio dei Ministri della Repubblica Italiana, Presidente della Banca centrale europea, Governatore della Banca d'Italia, Direttore generale del Ministero del tesoroSignor
Presidente, Onorevoli Senatrici e Senatori,
L'invasione dell'Ucraina da parte della Russia segna una svolta decisiva nella
storia europea. Negli ultimi decenni, molti si erano illusi che la guerra non
avrebbe più trovato spazio in Europa. Che gli orrori che avevano caratterizzato
il Novecento fossero mostruosità irripetibili. Che l'integrazione economica e
politica che avevamo perseguito con la creazione dell'Unione Europea ci
mettesse a riparo dalla violenza. Che le istituzioni multilaterali create dopo
la Seconda Guerra Mondiale fossero destinate a proteggerci per sempre. In altre
parole, che potessimo dare per scontate le conquiste di pace, sicurezza,
benessere che le generazioni che ci hanno preceduto avevano ottenuto con enormi
sacrifici.
Le immagini che ci arrivano da Kiev, Kharkiv, Maripol e dalle altre città
dell'Ucraina in lotta per la libertà dell'Europa segnano la fine di queste
illusioni. L'eroica resistenza del popolo ucraino, del suo presidente Zelensky,
ci mettono davanti una nuova realtà e ci obbligano a compiere scelte fino a
pochi mesi fa impensabili. Voglio ribadire, ancora una volta, tutta la mia
solidarietà, quella del Governo e degli italiani al Presidente Zelensky, al
Governo ucraino e a tutte le cittadine e cittadini dell'Ucraina. Voglio inoltre
esprimere vicinanza alle 236mila persone di nazionalità ucraina presenti in
Italia che vivono giorni drammatici per il destino dei propri cari. L'Italia vi
è riconoscente per il contributo che date ogni giorno alla vita del nostro
Paese. Siamo al vostro fianco - nel dolore che avvertiamo di fronte alla
guerra, nell'attaccamento alla pace e nella determinazione comune ad aiutare
l'Ucraina a difendersi.
L'aggressione - premeditata e immotivata - della Russia verso un Paese vicino
ci riporta indietro di oltre ottant'anni. Non si tratta soltanto di un attacco
a un Paese libero e sovrano, ma di un attacco ai nostri valori di libertà e
democrazia e all'ordine internazionale che abbiamo costruito insieme. Come
aveva osservato lo storico Robert Kagan, la giungla della storia è tornata, e
le sue liane vogliono avvolgere il giardino di pace in cui eravamo convinti di
abitare. Ora tocca a noi tutti decidere come reagire. L'Italia non intende
voltarsi dall'altra parte.
Il disegno del Presidente Putin si rivela oggi con contorni nitidi, nelle sue
parole e nei suoi atti. Nel 2014, la Russia ha annesso la Crimea con un
referendum illegale, e ha incominciato a sostenere dal punto di vista
finanziario e militare le forze separatiste nel Donbass. La settimana scorsa,
ha riconosciuto le due cosiddette repubbliche di Donetsk e Lugansk. Subito
dopo, in seguito a settimane di disinformazione, ha invaso l'Ucraina con il
pretesto di "un'operazione militare speciale". Le minacce di far
pagare con "conseguenze mai sperimentate prima nella storia" chi osa
essere d'intralcio all'invasione dell'Ucraina, e il ricatto estremo del ricorso
alle armi nucleari, ci impongono una reazione rapida, ferma e soprattutto
unitaria. Tollerare una guerra d'aggressione nei confronti di uno Stato sovrano
europeo vorrebbe dire mettere a rischio, in maniera forse irreversibile, la
pace e la sicurezza in Europa. Non possiamo lasciare che questo accada.
Mentre condanniamo la posizione del presidente Putin, dobbiamo ricordarci che
questo non è uno scontro contro la nazione e i suoi cittadini - molti dei quali
non approvano le azioni del loro Governo. Dall'inizio dell'invasione, sono
circa 6.000 le persone arrestate per aver manifestato contro l'invasione
dell'Ucraina - 2.700 solo nella giornata di domenica. Ammiro il coraggio di chi
vi prende parte.
Il Cremlino dovrebbe ascoltare queste voci e abbandonare i suoi piani di
guerra. Sinora, i piani di Mosca per un'invasione rapida e una conquista di
ampie fasce del territorio ucraino in pochi giorni sembrano fallire, anche
grazie all'opposizione coraggiosa dell'esercito e del popolo ucraino e
all'unità dimostrata dall'Unione Europea e dai suoi alleati. Le truppe russe
proseguono però la loro avanzata per prendere possesso delle principali città.
Una lunga colonna di mezzi militari è alle porte di Kiev, dove nella notte si
sono registrati raid missilistici, anche a danno di quartieri residenziali, ed
esplosioni. Aumentano le vittime civili di questo conflitto ora che l'attacco,
dopo aver preso di mira le installazioni militari, si è spostato nei centri
urbani. A fronte del rafforzamento delle misure difensive sul fianco est della
NATO, il Presidente Putin ha messo in allerta le forze di deterrenza russe,
incluso il dispositivo difensivo nucleare. È un gesto grave che però dimostra
quanto la resistenza degli ucraini e le sanzioni inflitte alla Russia siano
efficaci. Un altro segnale preoccupante proviene dalla vicina Bielorussia, i cui
cittadini domenica hanno votato a favore di alcune rilevanti modifiche della
Costituzione ed eliminato lo status di Paese "denuclearizzato".
Questo potrebbe implicare la volontà di dispiegare sul proprio suolo armi
nucleari provenienti da altri Paesi.
In Ucraina sono presenti circa 2.300 nostri connazionali, di cui oltre 1.600
residenti. Dal 12 febbraio la Farnesina ha raccomandato agli italiani presenti
nel Paese di lasciare l'Ucraina con i mezzi commerciali disponibili. A partire
dal 24 febbraio, in seguito agli attacchi da parte russa, l'avviso è stato
modificato. Ai connazionali ancora presenti nella capitale ucraina e dintorni
abbiamo raccomandato di utilizzare i mezzi tuttora disponibili, inclusi i
treni, per lasciare la città, negli orari in cui non c'è il coprifuoco. In
queste ore non vige il coprifuoco, ma la situazione potrebbe cambiare in
conseguenza dell'andamento delle operazioni militari. Raccomandiamo la massima
cautela. Il personale dell'Ambasciata a Kiev si è spostato dall'Ambasciata presso
la Residenza dell'Ambasciatore insieme a un gruppo di connazionali, inclusi
minori e neonati.
In Residenza si sono concentrate 87 persone, di cui 72 dovrebbero partire oggi.
A proposito, questa mattina la Farnesina e il ministro Di Maio hanno mandato un
messaggio all'ambasciatore con cui queste persone, inclusi i neonati,
dovrebbero trasferirsi a Leopoli. Voglio ringraziare l'Ambasciatore in Ucraina,
Pier Francesco Zazo, il personale dell'Ambasciata per lo spirito di servizio,
la dedizione, il coraggio mostrati in questi giorni drammatici. L'Unità di
Crisi mantiene regolari contatti telefonici con i nostri connazionali in
Ucraina e con i rispettivi familiari in Italia. Voglio ringraziare anche il
Ministro Di Maio e i diplomatici della Farnesina per l'incessante lavoro a
sostegno dei nostri cittadini. L'Italia è impegnata in prima linea per
sostenere l'Ucraina dal punto di vista umanitario e migratorio, in stretto
coordinamento con i partner europei e internazionali. La situazione umanitaria
nel Paese è sempre più grave.
L'Ufficio delle Nazioni Unite per il Coordinamento degli Affari Umanitari ha
stimato in 18 milioni il numero di persone che potrebbe necessitare di aiuti
umanitari nei prossimi mesi. L'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i
Rifugiati (UNHCR) stima che gli sfollati interni potrebbero raggiungere cifre
tra i 6 e i 7,5 milioni e i rifugiati fra i 3 e i 4 milioni. Sono stimate in
circa 400.000 le persone che hanno lasciato l'Ucraina, in direzione
principalmente dei Paesi vicini. Nella teleconferenza del G7, alla presenza
anche di Polonia e Romania, ho detto che l'Italia farà di tutto per aiutare i
paesi vicini nel dramma dell'impatto che questa gigantesca migrazione sta
avendo su di loro e che possono contare sull'Italia. L'Italia ha già
contribuito in modo considerevole all'emergenza con un finanziamento di 110
milioni di euro a favore di Kiev come sostegno al bilancio generale dello
Stato. Abbiamo stanziato un primo contributo del valore di un milione di euro
al Comitato Internazionale della Croce Rossa, donato oltre 4 tonnellate di
materiale sanitario, e offerto tende familiari e brandine. Abbiamo in programma
l'invio di beni per l'assistenza alla popolazione, l'invio di farmaci e
dispositivi sanitari e il dispiegamento di assetti sanitari da campo. Voglio
ringraziare la Croce Rossa Italiana, la Protezione Civile e tutti i volontari
per il loro costante impegno a favore dei più deboli. L'Italia è pronta a fare
di più, sia attraverso le principali organizzazioni umanitarie attive sul luogo,
sia con donazioni materiali.
Nel Consiglio dei Ministri di ieri abbiamo stanziato 10 milioni di euro, a
carico del Fondo per le emergenze nazionali, per assicurare soccorso e
assistenza alla popolazione. Per farlo è stato dichiarato uno stato di
emergenza umanitaria, che durerà fino al 31 dicembre e che ha esclusivamente lo
scopo di assicurare il massimo aiuto dell'Italia all'Ucraina. È un impegno di
solidarietà, che non avrà conseguenze per gli italiani, e che non cambia la
decisione di porre fine il 31 marzo allo stato di emergenza per il Covid-19.
Per quanto riguarda i rifugiati, come hanno preannunciato i Ministri Di Maio e
Bonetti, siamo impegnati nell'attivazione di corridoi speciali per i minori
orfani, perché possano raggiungere il nostro Paese al più presto e in
sicurezza. Domenica, nel Consiglio straordinario dei Ministri dell'Interno
dell'Unione Europea è stata valutata la possibilità, che l'Italia sostiene, di
applicare per la prima volta la direttiva sulla protezione temporanea prevista
in caso di afflusso massiccio di sfollati. Questa Direttiva garantirebbe agli
Ucraini in fuga di soggiornare nell'Unione Europea per un periodo di un anno
rinnovabile ed eviterebbe di dover attivare onerose procedure di asilo dopo i
90 giorni di soggiorno senza visto. La Direttiva porterebbe inoltre gli Stati
membri a indicare la propria capacità di accoglienza e a cooperare tra loro per
il trasferimento della residenza delle persone da uno Stato all'altro. Il
Ministero dell'Interno sta lavorando alla predisposizione di apposite norme
sull'accoglienza degli sfollati ucraini nelle strutture nazionali. Faremo la
nostra parte, senza riserve, per garantire la massima solidarietà.
Abbiamo già instaurato un dialogo con le Agenzie delle Nazioni Unite competenti
per individuare le priorità di intervento e procedere con l'elaborazione di
progetti d' assistenza ai rifugiati nei Paesi vicini all'Ucraina Intendiamo
rendere più facile l'esame delle domande di protezione internazionale che
verranno presentate. In seguito all'intensificarsi dell'offensiva russa,
abbiamo adottato una risposta sempre più dura e punitiva nei confronti di
Mosca. Sul piano militare, il Comandante Supremo Alleato in Europa ha emanato
l'ordine di attivazione per tutti e 5 i piani di risposta graduale che ho
illustrato la settimana scorsa. Questo consente di mettere in atto direttamente
la prima parte dei piani e incrementare la postura di deterrenza sul confine
orientale dell'Alleanza con le forze già a disposizione.
Mi riferisco al passaggio dell'unità attualmente schierata in Lettonia, alla
quale l'Italia contribuisce con 239 unità. Per quanto riguarda le forze navali,
sono già in navigazione sotto il comando NATO. Le nostre forze aeree schierate
in Romania saranno raddoppiate in modo da garantire copertura continuativa,
assieme agli alleati. Sono in stato di pre-allerta ulteriori forze già offerte
dai singoli Paesi Membri all'Alleanza: l'Italia è pronta con un primo gruppo di
1.400 militari e un secondo di 2.000 unità. Ringrazio il Ministro Guerini e tutte
le forze armate per il loro impegno e la loro preparazione. Dopo il ruolo
centrale che avete avuto durante la pandemia, l'Italia vi è di nuovo
riconoscente.
L'Italia ha risposto all'appello del Presidente Zelensky che aveva chiesto
equipaggiamenti, armamenti e veicoli militari per proteggersi dall'aggressione
russa. È necessario che il Governo democraticamente eletto sia in grado di
resistere all'invasione e difendere l'indipendenza del Paese. A un popolo che
si difende da un attacco militare e chiede aiuto alle nostre democrazie, non è
possibile rispondere solo con incoraggiamenti e atti di deterrenza. Questa è la
posizione italiana, la posizione dell'Unione Europea, la posizione di tutti i
nostri alleati.
Questa convergenza è anche il frutto di un'intensissima attività diplomatica.
Venerdì ho preso parte a un vertice dei Capi di Stato e di Governo della NATO
in cui ho ribadito che l'Italia è pronta a fare la propria parte e a mettere a
disposizione le forze necessarie. Il giorno successivo, ho avuto un colloquio
telefonico con il Presidente ucraino Zelensky, al quale ho confermato il pieno
sostegno dell'Italia. Gli ho anticipato la nostra intenzione di aiutare
l'Ucraina a difendersi dalla Russia e gli ho ribadito il nostro convinto
supporto alla posizione dell'Unione Europea sulle sanzioni. Lunedì pomeriggio,
ho partecipato a una videoconferenza - di cui vi dicevo prima - con i leader
del G7, della Polonia, della Romania i Presidenti della Commissione Europea e
del Consiglio Europeo e con il Segretario Generale della NATO.
In questi incontri, l'Unione Europea e gli alleati hanno dato costantemente
prova di fermezza e di unità. Abbiamo adottato tempestivamente sanzioni senza
precedenti, che colpiscono moltissimi settori e un numero importante di entità
e individui, inclusi il presidente Putin e il ministro Lavrov. Sul piano
finanziario le misure restrittive adottate impediranno alla Banca centrale
russa di utilizzare le sue riserve internazionali per ridurre l'impatto delle
nostre misure restrittive. In ambito UE si sta lavorando a misure volte alla
rimozione dal sistema SWIFT di alcune banche russe. Questo pacchetto ha
inflitto già costi molto elevati a Mosca. Nella sola giornata di lunedì, il
rublo ha perso circa il 30% del suo valore rispetto al dollaro. La Borsa di
Mosca si è chiusa ieri ed è rimasta chiusa e la Banca centrale russa ha più che
raddoppiato i tassi di interesse, passati dal 9,5% al 20%, per provare a
limitare il rischio di fughe di capitali. Stiamo approvando forti misure
restrittive anche nei confronti della Bielorussia, visto il suo crescente
coinvolgimento nel conflitto. La Russia ha subito anche un durissimo
boicottaggio sportivo, con l'annullamento di tutte le competizioni con squadre
russe in ogni disciplina.
L'Italia è pronta a ulteriori misure restrittive, ove fossero necessarie. In
particolare, ho proposto di prendere ulteriori misure mirate contro gli
oligarchi. L'ipotesi è quella di creare un registro internazionale pubblico di
quegli oligarchi con un patrimonio superiore ai 10 milioni di euro. Ho poi
proposto di intensificare ulteriormente la pressione sulla Banca centrale russa
e di chiedere alla Banca dei Regolamenti Internazionali, che ha sede in
Svizzera, di partecipare alle sanzioni. Allo stesso tempo, è essenziale mantenere
aperta la via del dialogo con Mosca. Ieri, delegazioni russe e ucraine si sono
incontrate in Bielorussia, al confine con l'Ucraina. Auspichiamo il successo di
questo negoziato, anche se siamo realistici sulle sue prospettive.
Ai cittadini italiani, che sono preoccupati per le conseguenze di questo
conflitto, voglio dire che il Governo è al lavoro incessantemente per
contrastare le possibili ricadute per il Paese. Il Ministero dell'Interno ha
emanato le direttive in merito alle misure di vigilanza, a protezione degli
obiettivi sensibili. Per gli aspetti legati ai controlli di sicurezza dei
rifugiati, il Governo ha attivato tutti i meccanismi nazionali e di
coordinamento internazionale per monitorare le potenziali minacce. Il
deterioramento delle relazioni tra la Russia e l'Unione Europea e la NATO ha
reso ancora più aggressiva la postura di Mosca verso l'Occidente in ambito
cibernetico e di disinformazione. La Russia infatti ha accentuato le sue
attività ostili nei confronti dei Paesi dell'Unione Europea e della NATO, con
l'intento di minare la nostra coesione e capacità di risposta. È stato da noi
attivato un apposito Nucleo per la Cybersicurezza per condividere le
informazioni raccolte e al suo interno è stato istituito un tavolo permanente
dedicato alla crisi in atto. E voglio ringraziare il Ministro dell'Interno
Lamorgese, il Sottosegretario Gabrielli e tutte le forze dell'ordine per il
loro lavoro a difesa dei cittadini.
Il governo è inoltre al lavoro per mitigare l'impatto di eventuali problemi per
quanto riguarda le forniture energetiche. Al momento non ci sono segnali di
un'interruzione delle forniture di gas. Tuttavia è importante valutare ogni
evenienza, visto il rischio di ritorsioni e di un possibile ulteriore
inasprimento delle sanzioni. L'Italia importa circa il 95% del gas che consuma
e oltre il 40% proviene dalla Russia. Nel breve termine, anche una completa
interruzione dei flussi di gas dalla Russia a partire dalla prossima settimana
non dovrebbe di per sé comportare seri problemi. L'Italia ha ancora 2,5
miliardi di metri cubi di gas negli stoccaggi e l'arrivo di temperature più
miti dovrebbe comportare una significativa riduzione dei consumi da parte delle
famiglie. La nostra previsione è che saremo in grado di assorbire eventuali
picchi di domanda attraverso i volumi in stoccaggio e altre capacità di
importazione. Tuttavia, in assenza di forniture dalla Russia, la situazione per
i prossimi inverni, ma anche nel prossimo futuro più immediato, rischia di
essere più complicata. Il Governo ha allo studio una serie di misure per
ridurre la dipendenza italiana dalla Russia. Voglio ringraziare il Ministro
Cingolani per il grande lavoro che sta svolgendo su questo tema. Le opzioni al
vaglio, perfettamente compatibili con i nostri obiettivi climatici, riguardano
prima di tutto l'incremento di importazioni di gas da altre fornitori - come
l'Algeria o l'Azerbaijan; un maggiore utilizzo dei terminali di gas naturale
liquido a disposizione; eventuali incrementi temporanei nella produzione
termoelettrica a carbone o petrolio, che non prevedrebbero comunque l'apertura
di nuovi impianti. Se necessario, sarà opportuno adottare una maggiore
flessibilità sui consumi di gas, in particolare nel settore industriale e
quello termoelettrico.
La diversificazione delle fonti di approvvigionamento energetico è un obiettivo
da perseguire indipendentemente da quello che accadrà alle forniture di gas
russo nell'immediato. Non possiamo essere così dipendenti dalle decisioni di un
solo Paese. Ne va anche della nostra libertà, non solo della nostra prosperità.
Per questo, dobbiamo prima di tutto puntare su un aumento deciso della
produzione di energie rinnovabili - come facciamo nell'ambito del programma
"Next Generation EU". Dobbiamo continuare a semplificare le procedure,
l'ho detto l'altra volta, lo ripeto oggi, lo continuerò a dire perché
effettivamente sono il maggior ostacolo, per i progetti onshore e offshore di
rinnovabili, continuiamo a farlo, continueremo a spingere su questo punto.
Dobbiamo anche investire sullo sviluppo del biometano. Ma il gas rimane un
utile mezzo per affrontare la transizione. Dobbiamo ragionare su un aumento
della nostra capacità di rigassificazione e su un possibile raddoppio della
capacità del gasdotto TAP.
L'Europa ha dimostrato enorme determinazione nel sostenere il popolo ucraino.
Nel farlo, ha assunto decisioni senza precedenti nella sua storia - come quella
di acquistare e rifornire armi a un Paese in guerra. Come è accaduto altre
volte nella storia europea, l'Unione ha accelerato nel suo percorso di
integrazione di fronte a una crisi. Ora è essenziale che le lezioni di questa
emergenza non vadano sprecate.
In particolare, è necessario procedere spediti sul cammino della difesa comune,
per acquisire una vera autonomia strategica, che sia complementare all'Alleanza
Atlantica. La minaccia portata oggi dalla Russia è una spinta a investire nella
difesa più di quanto abbiamo mai fatto finora. Possiamo scegliere se farlo a
livello nazionale, oppure europeo. Il mio auspicio è che tutti i Paesi scelgano
di adottare sempre più un approccio comune. Un investimento nella difesa
europea è anche un impegno a essere alleati.
Lo straordinario afflusso di rifugiati che ha già incominciato ad arrivare
dall'Ucraina, ci obbliga poi a rivedere le politiche d'immigrazione che ci
siamo dati come Unione Europea. In passato, l'Unione si è dimostrata miope
nell'applicare regolamenti datati. Oggi l'Italia è pronta a fare la sua parte
per ospitare chi fugge dalla guerra, e per aiutarlo a integrarsi nella società.
I valori europei dell'accoglienza e della fratellanza devono valere oggi più
che mai.
In caso di interruzioni nelle forniture di gas dalla Russia, l'Italia avrebbe
più da perdere rispetto ad altri Paesi europei che fanno affidamento su fonti
diverse. Ma questo non diminuisce la nostra determinazione a sostenere sanzioni
che riteniamo giustificate e necessarie. È però importante muoverci nella
direzione di un approccio comune per lo stoccaggio e l'approvvigionamento di
gas. Farlo permetterebbe di ottenere prezzi più bassi dai Paesi produttori e
assicurarci vicendevolmente in caso di shock isolati.
La guerra avrà conseguenze sul prezzo dell'energia, che dovremo affrontare con
nuove misure a sostegno delle imprese e delle famiglie. È opportuno che
l'Unione Europea le agevoli, per evitare contraccolpi eccessivi sulla ripresa.
Nel lungo periodo, questa crisi ci ricorda l'importanza di avere una visione
davvero strategica e di lungo periodo nella discussione sulle nuove regole di
bilancio in Europa. A dicembre, insieme al Presidente francese Macron, abbiamo
proposto di favorire con le nuove regole gli investimenti nelle aree di
maggiore importanza per il futuro dell'Europa, come la sicurezza e la difesa
dell'ambiente. Il disegno esatto di queste regole deve essere discusso con
tutti gli Stati membri. Tuttavia, questa crisi, come anche la transizione
ecologica, come anche altri impegni successivi alla pandemia che ci siamo
trovati a dover affrontare, rafforza la necessità di scrivere regole
compatibili con le ambizioni che abbiamo per l'Europa.
L'invasione da parte della Russia non riguarda soltanto l'Ucraina. È un attacco
alla nostra concezione dei rapporti tra Stati basata sulle regole e sui diritti
Non possiamo lasciare che in Europa si torni a un sistema dove i confini sono
disegnati con la forza. E dove la guerra è un modo accettabile per espandere la
propria area di influenza. Il rispetto della sovranità democratica è una
condizione alla base di una pace duratura. Ed è al cuore del popolo italiano
che, come disse Alcide De Gasperi, è pronto ad associare la propria opera a
quella di altri Paesi, "per costruire un mondo più giusto e più
umano". La lotta che appoggiamo oggi, i sacrifici che compiremo domani
sono una difesa dei nostri principi e del nostro futuro. Ed è per questo che
chiedo al Parlamento il suo sostegno oggi.
Grazie.
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