Crisi d'Impresa e Insolvenza

Il Caso.it, Sez. Giurisprudenza, 32883 - pubb. 28/03/2025

La Cassazione sulla valutazione della conoscenza dello stato di insolvenza ai fini dell’azione revocatoria

Cassazione civile, sez. I, 16 Marzo 2025, n. 7013. Pres. Ferro. Est. D'Aquino.


Revocatoria fallimentare – Conoscenza dello stato di insolvenza del debitore – Elementi indiziari gravi, precisi e concordanti – Valutazione globale



Ai fini della revocatoria fallimentare ex art. 67, comma 2, l. fall., la consapevolezza dello stato di insolvenza del debitore da parte del terzo (scientia decoctionis) può essere desunta da elementi indiziari gravi, precisi e concordanti, la cui valutazione deve essere effettuata in modo globale. Tali elementi devono essere idonei, nel loro complesso, a dimostrare che il terzo, utilizzando la normale prudenza e avvedutezza, rapportata anche alle sue qualità personali e professionali e alle concrete condizioni operative, non potesse non percepire i segnali rivelatori della decozione.


Lo standard di diligenza richiesto è quello dell’operatore accorto del settore, ragionevolmente informato e attento, che si trovi nelle medesime condizioni in cui si trovava il contraente in bonis. La valutazione deve pertanto tener conto anche del contesto professionale e dell’esperienza del soggetto coinvolto.


È erronea la decisione che, nel rigettare la domanda revocatoria, ometta di considerare elementi fattuali significativi – quali la presenza di iscrizioni ipotecarie antergate, l’esistenza di un pignoramento sullo stesso bene oggetto della garanzia, l’incapienza del cespite rispetto ai creditori privilegiati, le perdite d’esercizio tali da azzerare i mezzi propri e il ricorso a finanziamenti soci iscritti a patrimonio netto – poiché tali circostanze, ove valutate unitariamente, possono risultare decisive per accertare la scientia decoctionis alla luce dello standard oggettivo di diligenza professionale. (Redazione IL CASO.it) (riproduzione riservata)

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