Diritto della Famiglia e dei Minori
Il Caso.it, Sez. Giurisprudenza, 3962 - pubb. 02/05/2011
Azione per dichiarazione giudiziale di paternità promossa dal figlio e questione di costituzionalità
Tribunale Varese, 29 Aprile 2011. Est. Buffone.
Art. 270 C.C. – Imprescrittibilità dell’azione – Illegittimità costituzionale per assenza di un termine di decadenza – Rispetto all’art. 244 C.C. – Violazione art. 3 Cost. – Manifesta infondatezza.
Art. 270 C.C. – Imprescrittibilità dell’azione – Illegittimità costituzionale per assenza di un termine di decadenza – Rispetto all’art. 244 C.C. – Violazione art. 30 comma II Cost. – Manifesta infondatezza.
E’ manifestamente infondata la questione di legittimità costituzionale dell’art. 270 c.c., per violazione dell’art. 3 Cost., in relazione all’art. 244 c.c. L’art. 270 c.c. regola l’azione del figlio naturale contro il genitore che non lo ha riconosciuto; l’art. 244 c.c. regola l’azione della madre/padre contro il figlio legittimo. L’art. 244, comma III, c.c. regola pure uno specifico caso di azione del figlio legittimo contro il padre: ma si tratta dell’ipotesi in cui il figlio voglia ottenere giudizialmente il disconoscimento della paternità. A ben vedere, dunque, le prospettive comparate sono differenziate da un elemento di razionale ragionevolezza: nel primo caso, è il figlio che legittimo non è a reclamare la paternità; nel secondo caso, è il figlio che legittimo è (per la presunzione di paternità) a volere che tale paternità venga esclusa. (Redazione IL CASO.it) (riproduzione riservata)
E’ manifestamente infondata la questione di legittimità costituzionale dell’art. 270 c.c., per violazione dell’art. 30 comma II Cost. In realtà, l’art. 30 comma II Cost., prevede una espressa riserva di Legge deputata a realizzare la più completa parificazione tra figli nati fuori dal matrimonio e figli legittimi, in considerazione pure dei diritti dei membri della famiglia legittima. Ma il bilanciamento tra i due interessi è rimesso alla discrezionalità del Legislatore che è incensurabile salvo il caso in cui appaia irragionevole. Ebbene, nel caso di specie, la facoltà del figlio naturale di vedersi riconosciuta la più intima essenza della sua persona (la paternità che gli ha dato la vita), senza limitazioni temporali, non incide in alcun modo sul diritto dei figli che legittimi già sono, atteso che le loro situazioni giuridiche soggettive non vengono scalfite dal riconoscimento dell’altrui diritto. (Redazione IL CASO.it) (riproduzione riservata)
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