Diritto della Famiglia e dei Minori
Il Caso.it, Sez. Giurisprudenza, 13763 - pubb. 02/12/2015
Nuova legge sulla continuità affettiva: le norme processuali riguardano l’affidamento familiare e non gli altri istituti affini
Tribunale Milano, 26 Novembre 2015. Est. Buffone.
Legge 173 del 2015 sulla continuità affettiva dei minori – Finalità – Adozione “di preferenza” per gli affidatari – Sussiste
Legge 173 del 2015 sulla continuità affettiva dei minori – Obbligo di convocare l’affidatario o l’eventuale famiglia collocataria nei procedimenti civili sulla responsabilità genitoriale – Fascio applicativo – Affidamento al comune o al servizio sociale con collocamento comunitario del minore – Applicabilità – Esclusione
La finalità della legge 173 del 2015 è quella di preservare «il diritto alla continuità affettiva dei bambini e delle bambine in affido familiare» sancendo, in tal direzione, una sorta di preferenza nel caso di procedimento adottivo, in favore delle famiglie che hanno instaurato con il fanciullo un legame significativo affettivo. (Redazione IL CASO.it) (riproduzione riservata)
In materia di procedimento civile avente ad oggetto (anche) la responsabilità genitoriale, la norma sulla partecipazione dell’affidatario o del collocatario al processo, di cui all’art. 5, comma I, legge 184 del 1983, come modificata dalla Legge 173 del 2015, opera esclusivamente nell’ipotesi in cui il minore versi in una situazione di affidamento familiare: ne consegue che la norma non opera nel caso di affidamento del fanciullo al Comune o ai Servizi Sociali, con collocamento protettivo in ambiente comunitario e non familiare poiché in questo caso non sussiste una continuità affettiva da tutelare nei sensi di cui alla legge 173 cit. Un argomento di conferma si trae dall’art. 5 comma III della legge 184 del 1983 che estende le norme dell’articolato (quindi pure l’art. 5 comma I) anche «nel caso di minori inseriti presso una comunità di tipo familiare o un istituto di assistenza pubblico o privato»: norma di estensione che opera solo in quanto le norme siano «compatibili». Si stima non compatibile il nuovo periodo introdotto dalla l. 173 del 2015 in caso di affidamento all’ente con collocamento comunitario. (Redazione IL CASO.it) (riproduzione riservata)
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