Diritto Bancario e Finanziario
Il Caso.it, Sez. Giurisprudenza, 11626 - pubb. 17/11/2014
La prova da parte del cliente dell’esistenza del contratto amorfo è libera
Tribunale Torino, 31 Ottobre 2014. Est. Astuni.
Contratti bancari – Normativa di trasparenza – Nullità di protezione – A vantaggio del cliente – Contratto privo di forma scritta – Interesse del cliente per l’esistenza materiale del contratto amorfo – Sussistenza – Prova libera del contratto amorfo
Usura – Commissione di massimo scoperto – Rilevanza – Anche prima del 2010 – Affermazione – Modalità di conteggio
Usura – Usura sopravvenuta – Rilevanza – Affermazione – Conseguenze
Contratti bancari – Normativa di trasparenza – Indicazione specifica delle voci economiche ex art. 117, comma 4, TUB – Commissione di concessione/rinnovo fido – Commissione di disponibilità immediata – Assenza – Non applicazione delle voci
La nullità del contratto bancario amorfo opera a vantaggio del cliente. Perciò, il giudice non può rilevarla per applicare in danno del cliente un limite probatorio previsto per il solo caso dei contratti formali. La prova, da parte del cliente, dell’esistenza del contratto amorfo è libera, sì che lo stesso può utilmente giovarsi delle risultanze degli scalari (nella specie, la banca pretendeva di applicare a un rapporto di apertura di credito, nullo per mancato rispetto della forma scritta ma risultante dagli scalari, un tasso stabilito per lo scoperto di conto). (Aldo Angelo Dolmetta) (riproduzione riservata)
Nonostante la contraria previsione delle Istruzioni della Banca d’Italia, non autorizzate a derogare all’art. 644 c.p. e comunque operanti sul diverso piano della rilevazione del TEGM, la commissione di massimo scoperto deve essere considerata onere rilevante ai fini del riscontro di usurarietà della fattispecie concreta anche prima dell’entrata in vigore della legge n. 2/2009. Non è manifestamente illegittimo, e non può quindi essere disapplicato, il metodo di calcolo del TEGM previsto al rigurado dalle Istruzioni della Banca d’Italia. (Aldo Angelo Dolmetta) (riproduzione riservata)
In caso di usura sopravvenuta rispetto alla conclusione del contratto, non si applica la norma dell’art. 1815, comma 2, c.c., ma si deve sostituire di diritto al tasso divenuto usurario il tasso soglia del periodo. (Aldo Angelo Dolmetta) (riproduzione riservata)
Ai sensi della normativa del testo unico bancario, tutte le voci economiche (comprese la commissione di concessione/rinnovo fido e quella di disponibilità immediata) devono emergere, per poter essere applicate, da “patto scritto che ne determini in via preordinata l’ammontare”. (Aldo Angelo Dolmetta) (riproduzione riservata)
Segnalazione del Prof. Aldo Angelo Dolmetta – D&S Studio Legale Associato
Il testo integrale
Testo Integrale