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Il Caso.it, Sez. Articoli e Saggi - Data pubblicazione 18/05/2015 Scarica PDF

Le linee guida sulla coordinazione genitoriale - Contestualizzazione e traduzione in italiano

Claudia Piccinelli, Mediatrice familiare


1. Le linee guida sulla coordinazione genitoriale in italiano

Obiettivo di questo scritto è di presentare al pubblico italiano le linee guida sulla coordinazione genitoriale realizzate dall' Association of Family and Conciliation Courts (d'ora in avanti AFCC) nel corso del biennio 2003-2005 come risultato del gruppo di lavoro della seconda Task Force sulla coordinazione genitoriale.[1]

Tali linee guida verranno di seguito riportate in una traduzione in italiano, della cui realizzazione è stata data comunicazione all'AFCC, ma della quale non si è potuta ottenere una revisione ufficiale da parte dell'AFCC stessa, non essendo disponibili le risorse associative necessarie a sostenere il lavoro di revisione ufficiale delle linee guida in lingua italiana. Pertanto, così come convenuto con la Direzione Esecutiva di AFCC, la presente versione italiana non è una versione ufficiale di AFCC; essa ha come finalità quella di fornire la base per una revisione partecipata, ancorché informale, da parte dei professionisti italiani, interessati alla introduzione della coordinazione genitoriale a vantaggio della pratica. Questo scritto ha dunque, tra i suoi obiettivi, anche quello di stimolare i professionisti a produrre commenti utili per il perfezionamento e il controllo delle presenti linee guida in italiano, ponendosi nella prospettiva di realizzare le migliori pratiche e nella speranza che in futuro si possa creare una sezione italiana, o in lingua italiana, di AFCC, dotata di risorse proprie, che possa fornire le necessarie revisioni e supervisioni delle buone pratiche, anche a vantaggio dei professionisti e delle famiglie italiane che si trovano a confrontarsi con situazioni di conflitto separativo di pertinenza giudiziale.

La coordinazione genitoriale potrebbe essere un intervento utile anche per il nostro paese[2], data l'analogia con gli USA relativamente ai problemi di sovraccarico di richieste ai tribunali, nonché alle risposte talvolta parziali che i mezzi attualmente a disposizione - mediazione familiare, affidamento ai servizi sociali, spazi 'neutri' di incontro genitori-figli, consulenze tecniche d'ufficio, ecc.- permettono di dare al problema dell'alta conflittualità cronica.

L'intervento di coordinazione genitoriale è nel nostro paese ancora in fase embrionale; ci sono alcune preliminari iniziative informative in cui si parla di progettazione e notizie informali di sperimentazioni in alcuni tribunali. Ci sono poi le prime esperienze formative realizzate o che stanno per essere avviate.

Per questo si ritiene che le linee guida siano particolarmente utili in questa fase: sia per i formatori che vogliano operare in conformità con quanto raccomandato dalla AFCC, relativamente ai contenuti offerti e ai requisiti minimi di istruzione e di esperienza dei candidati coordinatori; sia per gli aspiranti alla partecipazione ai corsi, così che possano valutare il corso sul quale vanno ad investire le loro risorse economiche e personali, confrontando l'offerta formativa del corso individuato con quella suggerita dalle linee guida AFCC.

Le linee guida sono inoltre di particolare utilità per i tribunali che vogliano considerare i programmi di coordinazione genitoriale per assistere i genitori altamente conflittuali, ma possono essere d'aiuto anche al professionista che desideri crearsi un'opinione sul processo di coordinazione genitoriale, sull'etica e sui rischi legati alla pratica della coordinazione genitoriale.

 

Per realizzare la traduzione in italiano delle linee guida è stata utilizzata la metodologia del confrontato tra i testi ufficiali delle linee guida in lingua inglese e spagnola ed è stato dunque possibile supportare le decisioni terminologiche in maniera più circostanziata, utilizzando la versione spagnola con una valenza di traduzione di supporto[3].

Il testo originale inglese fa riferimento all'ordinamento giuridico americano (e canadese limitatamente a una delle appendici), pertanto molti termini privi di corrispondenza nella nostra lingua non sono stati indagati (come altrimenti una traduzione dotta avrebbe potuto fare), limite dovuto in parte anche al fatto che questi aspetti non potevano essere annoverati tra gli obiettivi del presente lavoro. Piuttosto la speranza è di portare i professionisti, docenti e ricercatori di ambito giuridico a produrre considerazioni e commenti proprio a partire dal tema aperto di questo testo, nel suo confronto con l'originale inglese.

Il testo italiano ha principalmente la funzione di superare l'ostacolo della lingua, il suggerimento per la lettura è che sia effettuata con sguardo critico e raffrontando il testo inglese originale e ufficiale pubblicato dall'AFCC liberamente consultabile sul sito internet[4], quindi si consiglia di fare esclusivamente riferimento al testo inglese ufficiale in caso di disaccordo o dubbio interpretativo.

   

2. Gli autori delle linee guida e l'AFCC

Association of Family and Conciliation Courts è la più importante associazione interdisciplinare e internazionale dei professionisti che lavorano nella risoluzione di conflitti familiari. I membri di AFCC sono principalmente professionisti, ricercatori, docenti, giuristi, amministratori ed esperti che, a vario titolo, operano in connessione ai tribunali di famiglia.
I membri dell'AFCC sono la risorsa migliore e più importante dell'associazione. L'appartenenza all'AFCC fornisce una rete internazionale di collegialità, supporto e accesso tempestivo a informazioni e risorse. I suoi membri si riuniscono di persona e per via elettronica, per lo scambio di informazioni, condividere prospettive e collaborare su progetti. Il sito web dell'AFCC, gli incontri con i membri e il personale possono aiutare a identificare rapidamente le risorse e le informazioni a beneficio del professionista.

L'AFCC riunisce membri di diverse discipline nel settore pubblico, privato e non-profit di tutto il mondo. É un'associazione professionale unica nel suo genere, perché non tutti i suoi membri condividono una comune professione. Piuttosto, i membri AFCC, condividono un forte impegno per l'istruzione, l'innovazione e la collaborazione, al fine di beneficiare delle comunità professionali, responsabilizzare le famiglie e promuovere un futuro sano per i bambini coinvolti in ambienti giudiziali.

Per quasi mezzo secolo l'AFCC e i suoi membri hanno avuto la funzione catalizzatrice per la generazione di importanti riforme. Processi di risoluzione delle controversie, quali la mediazione familiare, la coordinazione genitoriale o i corsi educativi per la separazione-divorzio, sono solo alcune delle idee innovative sviluppate dai membri dell'AFCC.

L' AFCC ha sviluppato linee guida di pratica e standard in vari ambiti, come per esempio la mediazione familiare, la consulenza tecnica d'ufficio e la coordinazione genitoriale.

L'AFCC organizza Task forces e progetti speciali per affrontare le continue nuove sfide poste ai suoi membri e alle famiglie per le quali i membri prestano servizio. Essa diffonde attivamente le innovazioni e le idee per i suoi membri.

L'effetto a catena delle acquisizioni di pratiche d'eccellenza dell'AFCC è evidente nei tribunali e nelle comunità professionali forensi di tutto il mondo.

       

3. L'evoluzione della Coordinazione genitoriale e delle sue regole

La coordinazione genitoriale si evolve e si afferma come risposta dei tribunali di famiglia degli USA al sovraccarico di richieste di giudizio delle coppie in separazioni altamente conflittuali su questioni non di tipo legale ma collegate alla quotidiana gestione dei figli. I tribunali e gli esperti di diritto di famiglia da anni mettono in rilievo come queste famiglie altamente conflittuali assorbano la maggior parte delle risorse temporali dei giudici[5] [6] [7] .

Tale peso è andato aggravandosi in rapporto alla riduzione delle risorse dovuta alle diminuzioni dei finanziamenti destinati al sistema giudiziario USA[8] [9] [10] [11] [12]. Lo sviluppo e la pratica di una coordinazione genitoriale efficace dipende dal suo rapporto con i tribunali di famiglia e dalla possibilità di realizzare programmi o servizi in connessione ai tribunali stessi[13]

Da tempo la ricerca in scienze sociali ha evidenziato l'effetto negativo del conflitto sui bambini dovuto agli aspetti collegati alla cogenitorialità [14] [15] [16] [17] e ha permesso di consolidare la consapevolezza che le famiglie altamente conflittuali richiedono specifici interventi di assistenza e supporto nel corso dei processi che coinvolgono i tribunali per le controversie legate ai figli[18] [19].

Ben presto fu avvertita la necessità di fare riferimenti a definizioni, regole di processo e regolamenti specifici che fornissero l'infrastruttura necessaria per invii in sicurezza da parte dei giudici e prestazioni affidabili da parte dei professionisti incaricati.

Le regole sarebbero state utili per creare i più opportuni processi formativi, per fornire terminologie e argomenti adeguati sulle normative, sui regolamenti e sui processi e per guidare l'applicazione dell'intervento di coordinazione genitoriale nei servizi dei tribunali.

Solo sulla base di regole valide si sarebbero potute considerare prospettive di produzione di regolamenti corretti dal punto di vista giuridico, soddisfacenti per l'efficacia del processo e rispondenti alle aspettative dei tribunali di famiglia nell'operare con i genitori altamente conflittuali.

Sebbene variamente normata da statuti, regolamenti e accordi in alcuni stati e distretti USA, la pratica della coordinazione genitoriale rimase per anni scarsamente definita e regolata nei suoi aspetti fino al 2005, quando la AFCC giunse a pubblicare le linee guida per la Coordinazione genitoriale.[20]

Con inizio negli anni '80 alcuni tribunali della California, attingendo dalla mediazione e da altri servizi per le famiglie altamente conflittuali, derivarono i primi regolamenti per lo special master (precursore del coordinatore genitoriale) per definire l'autorità e procedure alla base dei programmi che furono poi utilizzati per la definizione del ruolo del coordinatore genitoriale attuale.

Attraverso tentativi ed errori, un ordine di incarico standard per special master fu sviluppato in altri tribunali e nel 1994, nella Contea di Santa Clara (California-USA) venne completata la prima valutazione empirica sistematica del ruolo, raccogliendo dati di tutte le udienze di corte fissate per i casi l'anno precedente e l'anno successivo dell'incarico allo special master. I risultati furono molto incoraggianti, e documentavano la diminuzione di 30 volte del numero di udienze (sei per ogni caso l'anno precedente, una in cinque casi l'anno successivo).

Nei primi anni 1990, ci fu un impegno formale da parte della dirigenza dell'AFCC a riunire i giudici dei tribunali di famiglia suoi associati, gli ordini degli avvocati nazionali e gli ordini e associazioni di professionisti di salute mentale a collaborare per creare le strutture normative di questo nuovo ruolo neutrale di ADR.

I membri dell'AFCC da una varietà di giurisdizioni e discipline (Christine Coates, Joan Kelly, Janet Johnston, e Sullivan) iniziarono presentando questo nuovo ruolo in occasione di conferenze AFCC.

A più riprese furono commissionati dei gruppo di lavoro, o task forces, per studiare il nuovo ruolo e pubblicizzare i risultati con la pubblicazione sulla rivista dell'associazione Family Court Review.[21]

Dopo la prima Task force, indetta dall'allora presidente D. Mc Colley (in carica nel biennio 2001-2002), sebbene ancora non fosse possibile stabilire delle regole, divennero evidenti i problemi di attuazione che i vari tribunali USA incontravano nella implementazione di programmi e servizi[22] e si chiarirono le questioni alle quali le regole avrebbero dovuto dare una risposta.

Successivamente le linee guida per la pratica nei singoli stati USA si sarebbero poi potute derivare quelle fornite dall'organizzazione interdisciplinare AFCC a livello nazionale, come base dalla quale gli stati e le province avrebbero creato il proprio modello di coordinazione genitoriale. Le linee guida sarebbero state utili per le organizzazioni professionali (ordini degli psicologi, degli avvocati, degli assistenti sociali, ecc.) come l'American Psychological Association (APA), l'American Bar Association (ABA), chiamati a sorvegliare la pratica dei loro iscritti e rispondere a esposti sui professionisti loro associati operanti come coordinatori genitoriali.

A fronte della grande necessità di ricerca dell'efficacia di questo ruolo per le famiglie, gli studi si sarebbero dovuti concentrare sulle tipologie di famiglie adatte per la coordinazione e sulle funzioni specifiche più efficaci.

Insieme alla ricerca sull'efficacia del ruolo, si avvertiva impellente la necessità di porre l'accento sulla formazione alla pratica di coordinatore genitoriale. Come per ogni nuovo campo, molti professionisti erano attratti dall'entusiasmo del nuovo processo per aiutare le famiglie in conflitto, e in parte anche dalla possibilità di incrementare i ritorni economici con il nuovo servizio offerto. Per questo era fondamentale stabilire dei livelli specialistici elevati di abilità di tutti i professionisti attraverso la formazione, la creazione di elenchi di professionisti e la regolamentazione dei livelli minimi di istruzione, formazione ed esperienza. E infine dimostrare l'efficacia della pratica per poter garantire il servizio pubblico anche a famiglie prive di mezzi per avvalersi della coordinazione genitoriale.[23]

Tra il 2003 e il 2005 una seconda task force sviluppò le prime linee guida per la coordinazione genitoriale. Un articolo che poi influenzò enormemente lo sviluppo in questo campo presentò il ruolo della coordinazione genitoriale alla comunità multidisciplinare di professionisti della salute mentale e legale, e fu pubblicato ad opera di alcuni dei membri della Task Force.[24] Questa pubblicazione e la pubblicazione e diffusione linee guida sulla coordinazione genitoriale, segnavano il termine dell'infanzia della coordinazione genitoriale.[25]

Le sezioni statali della AFCC hanno poi organizzato dei gruppi di lavoro a livello statale, come è stato ad esempio per lo Stato della Florida, aventi la finalità di sviluppare servizi di coordinazione genitoriale in tutta sicurezza per le famiglie destinatarie degli interventi e per i tribunali che assumevano la responsabilità di inviare le famiglie ai servizi di coordinazione. Ulteriore obiettivo era di avere servizi uniformi ed omogenei al fine di assicurare la qualità e il controllo del processo di coordinazione e della formazione dei professionisti coordinatori[26].

Nei gruppi di lavoro di queste sezioni statali, oltre ai membri dell'AFCC, erano coinvolti anche i rappresentanti locali delle associazioni professionali di mediatori, psicologi, psichiatri, avvocati, terapisti di famiglia, assistenti sociali, counselor, ecc. e dei comitati di ADR (Alternative dispute resolution) dei tribunali, nonché (in un secondo momento) le associazioni di promozione sociale, quali le associazioni di prevenzione e tutela contro la violenza domestica[27].

Se si guarda alle più significative innovazioni introdotte nei servizi dei tribunali di famiglia negli anni, è facile comprendere che esse derivano dai temi presentati e discussi nelle conferenze dell'AFCC, temi poi scritti in articoli e trattazioni speciali della Rivista dell'Associazione (Family Court Review), che hanno portato a sviluppare linee guida, standard e migliori pratiche da parte dell'AFCC stessa o con il contributo principale di AFCC.[28]

Come risultato del lavoro nato dall'impegno dell'AFCC, prima come incubatore di nuove idee, poi con la raccolta delle informazioni sulla messa in pratica nei diversi tribunali e la diffusione di assistenza alla pratica e, ulteriormente, con la crescente offerta di orientamenti sulle buone pratiche e successivamente con la stesura di linee guida, la coordinazione genitoriale si è evoluta come un'importante opzione di servizio per l'assistenza alle famiglie ad alto conflitto.

Data la natura interdisciplinare del processo di coordinazione genitoriale, era opportuno che l'AFCC- il cui motto consiste proprio nell'essere "una associazione interdisciplinare internazionale di professionisti dedicata a migliorare la vita dei bambini e famiglie attraverso la risoluzione dei conflitti familiari", si è messa in prima linea per assumersi il proprio compito costitutivo.

La rapida crescita e l'accettazione della coordinazione genitoriale è in gran parte attribuibile al lavoro dell'AFCC in questo ambito. [29]

La pratica della coordinazione genitoriale presenta diversi rischi legali, etici e di malpractice a causa di diversi fattori tra cui: la specializzazione, l'esperienza e l'abilità necessarie a svolgere le funzioni di questo ruolo psicologico legale; i rischi legati all'operare nel difficilissimo contesto dell'alta conflittualità delle dispute legate all'affidamento dei figli; la grande varietà di organizzazioni professionali che regolamentano la pratica psicologica, giuridica e mediativa e che possono fare rilievi sull'esercizio dei professionisti iscritti in ruoli limitrofi e potenzialmente sempre a rischio di sconfinamento. Questi problemi di pratica rischiano di moltiplicarsi in mancanza di standard uniformi per l'istruzione, la formazione e la pratica professionale, a maggior ragione se prestata in assistenza ai servizi dei tribunali.

Con l'aumentare del ricorso alla coordinazione da parte dei tribunali di famiglia in tutti gli USA, una definizione delle linee guida per una buona pratica opportunamente certificata era indispensabile per consentire ai tribunali di incaricare solo i professionisti con adeguata specializzazione in questo ruolo.[30]

Dal momento che il processo si è tradotto in vari modelli difformi, c'è stata una grande quantità di confusione sui ruoli specifici e sulle responsabilità di un coordinatore genitoriale, e, di conseguenza, molte sfide etiche e dilemmi sono sorti. Tuttavia, vi è un consenso generale su alcuni punti fondamentali su cui poggiano le linee guida, per esempio che il coordinatore genitoriale non deve prestare servizio in un doppio ruolo (ad esempio consulente tecnico o valutatore, terapeuta, avvocato) e che è un professionista terzo e neutrale che opera nel miglior interesse dei minori coinvolti dotato di formazione e competenza specifica.

Le linee guida per la pratica del coordinatore genitoriale sono disponibili solo a seguito del loro sviluppo da parte della AFCC (AFCC, 2006).[31] [32] Nel fornire le direttrici sui comportamenti consigliati e come linee di condotta, esse sono principalmente educative e rappresentano un modello ideale cui riferirsi ma non sono state pensate per costituire una base di adesione obbligatoria, quindi i tribunali fissano in proprio i requisiti minimi sui vari punti di formazione ed esperienza richiesti, quali ad esempio l'istruzione e titoli di base in ambito di salute mentale o legale e la formazione in mediazione familiare, oltre che la formazione specifica in coordinazione genitoriale e il numero minimo di anni di attività con genitori altamente conflittuali. [33]

 

LINEE GUIDA PER LA COORDINAZIONE GENITORIALE
Sviluppate (NdT: in lingua inglese) dal gruppo di lavoro sulla Coordinazione Genitoriale dell' Association of Families and Conciliation Courts (AFCC) Maggio 2005

 

Traduzione italiana a cura di Claudia Piccinelli.

 

Nota della traduzione in italiano:

Della realizzazione della presente traduzione è stata data informativa alla Direzione Esecutiva di AFCC. Per la presente traduzione non è stato possibile ottenere una revisione ufficiale da parte dell'AFCC stessa, non essendo disponibili le risorse associative necessarie a sostenere il lavoro di revisione ufficiale delle linee guida in lingua italiana.

Pertanto, così come convenuto con la Direzione Esecutiva di AFCC, la presente versione italiana non è una versione ufficiale di AFCC; essa ha come finalità quella di fornire la base per una revisione partecipata, ancorché informale, da parte dei professionisti italiani, interessati alla introduzione in Italia della coordinazione genitoriale a vantaggio della pratica con le famiglie altamente conflittuali.

Si prega di fare riferimento alla versione ufficiale inglese di AFCC per un confronto o per qualsiasi chiarimento.

 

Premessa

Le linee guida per la coordinazione genitoriale (di seguito "Linee Guida"), sono il risultato dell'impegno del gruppo di lavoro interdisciplinare sulla coordinazione genitoriale dell'Association of family and Conciliation Courts – AFCC –(d'ora in avanti, "Gruppo di lavoro"). Creato nel 2001 da Denise McColley, Presidente della AFCC tra il 2001 e il 2002, il Gruppo di lavoro si concentrò in origine sulla creazione di modelli standard di pratica. Tuttavia, il Gruppo, nella consapevolezza che il ruolo del coordinatore genitoriale (CG) era del tutto nuovo, convenne che fosse necessario attendere prima di stabilire un insieme completo di norme standard. Così, il Gruppo di lavoro decise di approfondire le problematiche inerenti a questo nuovo ruolo e di descrivere il modo con il quale i vari tribunali degli Stati Uniti avevano risolto tali problematiche con l'utilizzo della coordinazione genitoriale. Dopo due anni di studio (2001-2003), nel mese di aprile del 2003, il Gruppo di lavoro pubblicò una relazione dal titolo "Coordinazione genitoriale. Problemi di attuazione."1

Il Gruppo di lavoro fu ricostituito nel 2003 sotto la guida del giudice George Czutrin, Presidente della AFCC tra il 2003 e il 2004. Czutrin incaricò il Gruppo di lavoro di sviluppare modelli standard di pratica per la coordinazione genitoriale in America del Nord e incluse due membri canadesi all'interno del Gruppo, che arrivò così a contare dodici membri. Il Gruppo di lavoro continuò a indagare il ruolo del coordinatore genitoriale negli Stati Uniti e in Canada e, dopo uno studio esaustivo, in cui venivano accuratamente esaminate e discusse le buone pratiche in entrambi i paesi, venne redatto il documento "Modello Standard per la coordinazione genitoriale".

L'AFCC pubblicò il modello standard sul suo sito web, afccnet.org, e i membri del Gruppo si adoperarono per la distribuzione delle copie del modello con l'obiettivo di ricevere commenti. Il gruppo di esperti ricevette molti commenti, attentamente studiati e presi in considerazione al momento di effettuare alcune modifiche alla sostanza e alla forma del documento. Anche il nome del documento venne cambiato e fu intitolato "Linee guida per la coordinazione genitoriale", al fine di indicare il carattere innovativo della coordinazione genitoriale e la difficoltà di raggiungere un consenso negli Stati Uniti e Canada sugli "standard" per l'impiego del ruolo in quel momento.

Il Consiglio di Amministrazione della AFCC approvò le linee guida il 21 maggio 2005.

Il Gruppo di lavoro per la coordinazione genitoriale della AFCC (2003 -2005) era formato da:

Christine A. Coates, M.Ed., J.D., Presidente e portavoce; Linda Fieldstone, M.Ed., Segretario; Barbara Ann Bartlett, J.D., Robin M. Deutsch, Ph.D., Billie Lee Dunford-Jackson, J.D., Philip M. Epstein, Q.C. LSM, Barbara Fidler, Ph.D., C.Psych, Acc.FM. Jonathan Gould, Ph.D., l'On. William G. Jones, Joan Kelly, Ph.D., Matthew J.Sullivan, Ph.D., Robert N. Wistner, J.D.

   

LINEE GUIDA
per la coordinazione genitoriale

Generalità e definizioni

La coordinazione genitoriale è un processo di risoluzione alternativa delle controversie
centrato sul bambino attraverso il quale un professionista della salute mentale o di ambito giuridico, con formazione ed esperienza nella mediazione familiare, aiuta i genitori altamente conflittuali ad attuare il loro piano genitoriale, facilitando la risoluzione delle controversie in maniera tempestiva, educandoli sui bisogni dei loro figli e, previo consenso delle parti e /o del giudice, prendendo decisioni all'interno dell'ambito dell'ordine del tribunale o del contratto di incarico.

L'obiettivo della coordinazione genitoriale è assistere i genitori ad alto livello di conflitto ad attuare il loro piano genitoriale, a monitorare l'adesione ai dettagli del piano, per risolvere tempestivamente le controversie riguardanti i loro figli e l'attuazione del piano genitoriale e proteggere, salvaguardare e preservare una relazione genitore-bambino sicura, sana e significativa. La coordinazione genitoriale è un processo di risoluzione alternativa delle controversie (ADR) di tipo legale e incentrata sulla tutela della salute mentale, che combina la valutazione, l'educazione, la gestione del caso, la gestione del conflitto e, talvolta, l'assunzione di decisioni.

Il Coordinatore Genitoriale (d'ora in avanti CG) può intervenire per assistere i genitori ad alto livello di conflittualità relazionale che abbiano dimostrato incapacità a lungo termine o mancanza di volontà a prendere decisioni autonomamente, relative ai loro figli, a rispettare gli accordi e le decisioni del tribunale, a ridurre il conflitto sui loro figli e a proteggere i figli dall'impatto del conflitto.

Il CG formula raccomandazioni e/o assume decisioni per conto delle parti, può fornire informazioni al giudice che lo ha incaricato al quale deve riferire. Questa delega di autorità giudiziaria configura una funzione formale per la quale i tribunali dovrebbero nominare solo professionisti qualificati. Il potere e l'autorità del CG sono determinanti, in quanto derivano dall'accordo tra le parti o dal conferimento del giudice. Pertanto, è importante che i tribunali attuino programmi di coordinazione genitoriale adottando le linee guida sulla pratica e sui programmi di coordinazione.

L'attuazione del modello di coordinazione genitoriale nei vari tribunali ha comportato una certa variabilità in relazione al modo con cui il CG esercita la pratica, alla sua autorità, alle fasi del processo legale di nomina del CG, alle sue funzioni e competenze, alla formazione e, infine, alle buone pratiche del ruolo.

 

Il Processo di risoluzione alternativa delle controversie sopra descritto come elemento essenziale della funzione del CG può essere inappropriato e potenzialmente abusato da chi si è reso colpevole di comportamenti di violenza, minacce, intimidazioni e controllo coercitivo sull'altro genitore. Nei casi di violenza domestica in cui un genitore cerca di ottenere e mantenere il potere di controllo sull'altro genitore, il CG è tenuto a svolgere una funzione quasi interamente di applicazione delle disposizioni. In questi casi, il CG deve conformarsi ad una sentenza e sarà più efficace quanto più sarà direttivo sui dettagli anziché cercare l'accordo dei genitori. Il suo ruolo sarà quello di garantire la conformità con i punti contenuti nelle disposizioni del tribunale e per ogni richiesta di modifica di tali termini, deve assicurarsi di proteggere l'autonomia del genitore che esercita la responsabilità a prendere le decisioni sulla base dell'interesse superiore del bambino ed evitare la manipolazione da parte del genitore abusante. Le tecniche di ADR in questi casi potrebbero alimentare lo squilibrio di potere o il suo mantenimento o il pericolo per la vittima di subire dei danni.

Come risultato, ogni tribunale dovrebbe avere un metodo di rilevazione e/o sviluppare protocolli e procedure specialistiche per la coordinazione genitoriale con riferimento a questi casi di violenza domestica. Analogamente, il CG deve regolarmente verificare il rischio di violenza domestica e ritirarsi dall'incarico ove manchino le competenze specialistiche e le risorse per gestire in modo efficace i casi di violenza domestica che coinvolgano squilibrio di potere, controllo e coercizione. Queste linee guida per la coordinazione genitoriale hanno l'obiettivo di fornire:

1. linee guida dettagliate per la pratica del CG;

2. orientamenti per il CG relativamente ai suoi obblighi e alla condotta etica;

3. requisiti di istruzione, formazione e esperienza richiesti per il CG;

4. assistere i tribunali che stanno attuando programmi di coordinazione genitoriale attraverso lo sviluppo di procedure applicative;

5. assistenza agli operatori giudiziari, alle organizzazioni professionali, alle istituzioni educative e ai diversi professionisti per lo sviluppo e l'attuazione di servizi di coordinazione genitoriale.

Queste linee guida ambiscono a a fornire un orientamento in materia di buone pratiche, competenze, formazione e obblighi etici del CG. Sebbene non abbiano intenti di creazione di norme di legge o standard di individuazione di responsabilità, esse forniscono raccomandazioni molto specifiche e dettagliate per la formazione e le buone pratiche, in linea con le espresse necessità di sviluppare la guida allo sviluppo dei servizi e della formazione. Beninteso che ogni giurisdizione può variare nelle proprie pratiche.

Tuttavia, affinché la coordinazione genitoriale sia accettata come valida, devono essere stabiliti e seguiti alcuni orientamenti minimi di condotta e di buone pratiche.

Le linee guida per la coordinazione genitoriale comprendono diversi livelli di orientamento:

• Il termine "può" indica il livello di incisività più basso e indica che il CG dovrebbe considerare di adottare una pratica, anche se può operare diversamente nell'esercizio della suo giudizio professionale.

• Nella maggior parte delle linee guida viene utilizzato il termine "dovrebbe" che indica che la pratica descritta nella direttiva è altamente auspicabile e che il CG dovrebbe agire diversamente solo per ragioni ampiamente giustificate.

• L'uso (molto più raro) del termine "deve" indica la linea guida di massimo livello direttivo e il CG non ha margini di discrezionalità per agire diversamente da come indicato nella pratica descritta.

 

 

LINEA GUIDA I

 

Un CG deve essere qualificato, istruito e formato per intraprendere la coordinazione genitoriale e deve continuare a crescere professionalmente tramite la formazione continua.

 

A. Il CG deve avere formazione ed esperienza nella mediazione familiare. Dovrebbe essere un mediatore qualificato/certificato secondo le norme e i regolamenti del tribunale dove esercita, se tale certificazione è disponibile.

B. Il CG deve essere un professionista laureato negli ambiti legale o della salute mentale in un'area collegata alla famiglia o un mediatore familiare certificato secondo le norme o i regolamenti del tribunale, con laurea specialistica in un campo della salute mentale.

C. Il CG dovrebbe avere una vasta esperienza pratica nell'esercizio professionale con genitori ad alto conflitto o in contesa.

D. Il CG deve avere una formazione nel processo di coordinazione genitoriale, nelle dinamiche familiari in separazione e divorzio, nelle tecniche di coordinazione genitoriale, nella violenza domestica e nel maltrattamento dei minori e nelle specifiche procedure giudiziarie di coordinazione genitoriale . Un modello di curriculum formativo comprensivo di quattro moduli è incluso in queste Linee Guida, Appendice A.

E. Un CG deve acquisire e mantenere la competenza professionale nel processo di coordinazione genitoriale. Deve partecipare regolarmente ad attività educative di aggiornamento per promuovere la crescita professionale. Si raccomanda al CG di partecipare a consultazioni tra pari o supervisioni per ricevere feedback e supporto sui casi. Gli ordini di incarico del CG e/o gli accordi privati dovrebbero specificare che tale consultazione professionale è permessa.

F. Il CG deve rifiutare un incarico, ritirarsi o chiedere assistenza adeguata quando i fatti e le circostanze del caso sono oltre le sue abilità o esperienze.

G. Un tribunale dovrebbe considerare casi di deroga ai requisiti per i professionisti con adeguata esperienza.

 

 

LINEA GUIDA II


Il CG deve mantenere l'imparzialità nel processo di coordinazione genitoriale, anche se un CG non è neutrale per quanto riguarda il risultato di decisioni particolari. Imparzialità significa libertà da favoritismi o pregiudizi in parole, azioni o manifestazioni e prevede un impegno ad aiutare tutte le parti, non una in particolare.

 

A. Un CG deve ritirarsi se non può agire in modo imparziale o obiettivo.

B. Un CG non deve dare o accettare regali, favori, prestiti, o altri valori da qualsiasi parte che abbia un interesse per il processo di coordinazione genitoriale. Durante il processo di coordinazione genitoriale, un CG non deve cercare di ottenere incarichi dai quali possa trarre profitto nel futuro professionale.
C. Il CG non deve costringere o impropriamente influenzare qualsiasi parte a prendere una decisione.

D. Il CG non deve intenzionalmente o deliberatamente travisare o omettere qualsiasi fatto materiale, legge o circostanza nel processo di coordinazione genitoriale.

E. Il CG non deve accettare alcun incarico o fornire qualsiasi servizio o compiere atti al di fuori del ruolo di CG che potrebbe compromettere la sua integrità e imparzialità nel processo di coordinazione genitoriale.

LINEA GUIDA III


Il CG non deve prestare alcun servizio qualora si trovi in posizione di chiaro conflitto di interessi.

 

A. Un conflitto di interessi sorge quando una qualsiasi relazione tra il CG ed i partecipanti o l'oggetto della controversia può compromettere l'imparzialità del CG.

B. Un CG deve esplicitare i potenziali conflitti d'interesse non appena ne venga a conoscenza.

C. Dopo l' opportuna informativa, il CG può svolgere il suo servizio con il consenso scritto di tutte le parti. Tuttavia, se un conflitto di interessi compromette chiaramente l'imparzialità di un CG, egli deve ritirarsi dall'incarico indipendentemente dall'accordo esplicito delle parti.

D. Durante il processo di coordinazione genitoriale, il CG non deve creare un conflitto di interessi, fornendo servizi ad altre parti interessate che non siano direttamente coinvolte nel processo di coordinazione genitoriale .

E. Un CG può effettuare un invio ad altri operatori che lavorino con la famiglia, ma deve evitare i conflitti di interesse, reali o apparenti, negli invii. Nessuna commissione, sconto o analoga remunerazione deve essere data o ricevuta dal CG per la coordinazione genitoriale o altro invio professionale.



LINEA GUIDA IV


Il CG non deve prestare servizio in un doppio ruolo sequenziale.


A. Un CG non deve prestare servizio all'interno di ruoli multipli che possano creare conflitti professionali.

 

1. Il consulente legale o l'avvocato del bambino non deve diventare CG nello stesso caso.

2. Il mediatore o CTU deve essere cauto nel diventare un CG nello stesso caso, anche con il consenso delle parti, a causa delle differenze di ruolo e dell'impatto potenziale del cambiamento di ruolo.

3. Un CG non deve diventare CTU durante o dopo il periodo di incarico da CG con la medesima famiglia.

4. Un CG non deve essere incaricato dopo aver prestato servizio come terapeuta, consulente o coach, o prestare altri servizi di salute mentale ad altri membri della famiglia.

5. Un CG non deve diventare terapeuta, consulente o coach, prestare servizi di salute mentale per qualsiasi membro della famiglia, sia durante che dopo il periodo di incarico da CG.

6. Un CG non deve diventare l'avvocato del proprio cliente, sia durante che dopo il periodo di incarico da CG, né l'avvocato può diventare il CG per quel cliente.

B. Un CG dovrebbe cercare di facilitare la risoluzione dei problemi con il comune accordo delle parti; tuttavia, il CG non agisce con un ruolo formale di mediazione. Uno sforzo verso la risoluzione
del problema (che può includere abilità da terapeuta, da mediatore, da educatore e da negoziatore) non esime il CG dall'assumere decisioni su questioni che rimangano irrisolte dopo gli sforzi di facilitazione.

 

LINEA GUIDA V


Un CG deve informare le parti circa le limitazioni in materia di riservatezza nel processo di coordinazione. Le informazioni non devono essere condivise al di fuori del processo di coordinazione genitoriale tranne che per finalità professionali legittime e consentite. Un CG deve mantenere la riservatezza per quanto riguarda la condivisione delle informazioni al di fuori dell'ambito del processo di coordinazione genitoriale, che si ottengono durante lo svolgimento del processo, ad eccezione di quanto disposto da un ordine del tribunale o da un accordo scritto tra le parti.


A. La coordinazione genitoriale non è un processo riservato, sia per le comunicazioni tra le parti e i loro figli verso il CG, che per le comunicazioni tra CG e altre parti rilevanti per il processo di coordinazione genitoriale, o per le comunicazioni con il tribunale. 2

B. Il CG deve comunicare alle parti le seguenti limitazioni di riservatezza:

 

1. Il CG deve segnalare casi sospetti di abusi o trascuratezza su minori ai servizi di tutela dei minori indipendentemente dall'obbligatorietà o meno della segnalazione a termini di legge.

2. Il CG deve riferire alle forze dell'ordine o ad altre autorità se ha sospetti che un membro della famiglia sia seriamente a rischio di danno per se stesso, per un altro membro della famiglia o per terzi.

 

 

LINEA GUIDA VI


Il CG assiste le parti nella riduzione dei conflitti dannosi e nel promuovere il migliore interesse dei bambini coerentemente con i ruoli e le funzioni di un CG.


A. Un CG svolge una funzione di valutazione. Il CG dovrebbe rivedere la valutazione del CTU, altri documenti rilevanti, ordini intermedi o finali del tribunale, le informazioni su colloqui con i genitori, i bambini e altre fonti collaterali, le disposizioni di protezione di violenza domestica, e tutti gli altri casi che implichino aggressioni, violenza domestica o abuso infantile, i rapporti informativi scolastici, gli ostacoli e problemi evidenziati dalle parti.

B. Il CG svolge una funzione educativa. Dovrebbe educare i genitori sullo sviluppo del bambino, sui risultati delle ricerche sul divorzio, sull'impatto del loro comportamento sui bambini, sulle loro competenze di comunicazione e di risoluzione dei conflitti. Il CG può guidare le parti su questi temi.

C. Il CG ha una funzione di gestione/coordinazione del caso. Dovrebbe lavorare con i professionisti e le istituzioni al servizio della famiglia (ad esempio, la salute mentale, l'assistenza sanitaria, i servizi sociali, di istruzione e legali), così come con la famiglia allargata, genitori acquisiti e altri significativi.

D. Il CG ha una funzione di gestione dei conflitti. Il ruolo principale del CG è quello di assistere le parti a risolvere i disaccordi sui bambini per minimizzare il conflitto. Il CG può utilizzare le abilità di risoluzione delle controversie, principi e pratiche di negoziazione, mediazione e arbitrato. Per aiutare i genitori nella riduzione dei conflitti, il CG può monitorare gli invii via fax, via email, o gli scambi scritti di comunicazioni dei genitori e suggerire forme più produttive
di comunicazione che limitino il conflitto tra i genitori. Al fine di proteggere le parti e i bambini in casi di violenza domestica che implicano il potere, il controllo e la coercizione, il CG dovrebbe adattare le tecniche utilizzate in modo da evitare di offrire la possibilità di ulteriore coercizione.

E. Il CG ha una funzione decisionale. Quando i genitori non sono in grado di decidere o risolvere le controversie per conto proprio, il CG deve avere il potere di prendere decisioni nell'ambito stabilito dall'ordinanza del tribunale, o di fare segnalazioni o raccomandazioni da presentare al giudice per le dovute considerazioni. Il CG dovrebbe comunicare le decisioni in modo tempestivo di persona o per fax, e-mail o telefono. Nel caso le decisioni siano trasmesse oralmente, una versione scritta deve seguire tempestivamente.
F. Il CG non deve svolgere funzioni di consulenza legale.

 

 

LINEA GUIDA VII


Il CG deve prestare servizio su incarico sottoscritto dai genitori e/o per ordine formale del giudice, che deve chiaramente e specificamente definire il suo ambito di autorità e di responsabilità.


A. Un ordine del tribunale è necessario per fornire l'autorità al CG per poter lavorare con i genitori al fine di uscire dal processo antagonistico, per ottenere informazioni e per formulare raccomandazioni e decisioni come specificato nell'ordine di incarico.3

B. Oltre all'ordine del tribunale, un accordo scritto tra le parti e il CG può essere utilizzato per specificare nel dettaglio le questioni non contenute nel provvedimento giudiziario, come le quote dei pagamenti, le pratiche di fatturazione e gli anticipi.

C. L'ordine del tribunale o il consenso all'incarico dovrebbero specificare i termini del servizio per il CG, tra cui le date di inizio e fine.4

I genitori possono richiedere che il CG continui il servizio successivo oltre la scadenza o possono escludere il rinnovo dell'incarico.

Allo stesso modo il CG può dare comunicazione prima della fine del periodo di incarico che non intende proseguire con il servizio.

D. Il CG non dovrebbe iniziare la prestazione professionale prima di avere ricevuto l'ordine esecutivo di incarico dal tribunale, regolarmente depositato, oppure i genitori, i loro consulenti (se presenti) e il CG devono aver firmato un accordo di consenso all'incarico, se ricorre il caso.

 

 

LINEA GUIDA VIII


Un CG deve facilitare la comprensione dei partecipanti del processo di coordinazione genitoriale in modo che possano sottoscriverne il consenso informato.

 

A. La posizione del CG è dotata di considerevole autorità e potere. È importante che i genitori comprendano appieno la portata dei loro diritti e l'autorità che conferiscono al CG sotto forma di potere decisionale, la natura limitata della riservatezza del processo, i professionisti con i quali verrà data autorizzazione al CG di consultare e dai quali ottenere informazioni e quali sono i diritti dei genitori in caso di ricorso all'autorità giudiziaria.
B. Nel primo incontro il CG dovrebbe esaminare attentamente la natura del suo ruolo con i genitori, al fine di garantire che essi abbiano compreso le implicazioni del processo di coordinazione genitoriale.

 


LINEA GUIDA IX


Il CG deve spiegare compiutamente il calcolo degli oneri e delle spese dei partecipanti.
A. Tutte le spese per i servizi di coordinazione genitoriale devono essere calcolate in base al tempo reale impiegato dal CG o come diversamente indicato dal servizio di competenza territoriale per la coordinazione genitoriale. Tutte gli oneri e le spese devono essere opportunamente ripartite tra le parti come indicato dall'ordine di nomina del tribunale o come convenuto nell'accordo sugli oneri sottoscritto dalle parti e riconosciuto dal tribunale.5

B. Prima di iniziare il processo di coordinazione genitoriale, e per iscritto, un CG deve spiegare alle parti e ai loro consulenti il calcolo degli oneri e dei costi e le modalità di pagamento di ogni altra spesa connessa al rinvio, cancellazione e/o non mancata presentazione agli appuntamenti, così come ogni altra voce pro quota degli oneri e dei costi come determinato dall'ordine del tribunale o da quanto sottoscritto dalle parti con l'approvazione del tribunale stesso. Nei casi di violenza domestica che coinvolgano il potere, il controllo e la coercizione, il CG deve tenere colloqui individuali con le parti per trasmettere queste informazioni.

C. Le attività per le quali un CG può normalmente imputare i costi del servizio includono il tempo trascorso per i colloqui con i genitori, con i bambini e con le fonti di informazioni collaterali; la preparazione degli accordi; la corrispondenza, le decisioni e la stesura di relazioni; la revisione dei documenti e della corrispondenza; le comunicazioni per telefono e per posta elettronica; le vacazioni; la preparazione delle udienze; le apparizioni in udienza, le deposizioni e le riunioni.

D. Il CG dovrebbe rispettare le leggi, i regolamenti e le norme sulla pratica in materia di onorari. Un CG può richiedere una caparra, un anticipo o una cauzione prima di iniziare un caso.6

Le parti dovrebbero ricevere gli addebiti con cadenza regolare e devono essere avvisate in anticipo circa l'eventuale necessità di integrare la cauzione.
E. Un CG deve conservare le registrazioni necessarie a documentare le spese e gli oneri dei servizi e dovrebbe fare un resoconto dettagliato di tali spese alle parti, ai loro consulenti o al tribunale con regolarità, se richiesto.

 

LINEA GUIDA X


Un CG comunica con tutte le parti, i consulenti, i bambini e il giudice in un modo che preservi l'integrità del processo di coordinazione genitoriale e consideri la sicurezza dei genitori e dei bambini. Il CG potrà contattare le persone coinvolte con la famiglia e accedere alla documentazione necessaria per adempiere le sue responsabilità.


A. Poiché la coordinazione genitoriale è un processo non antagonistico progettato per ridurre il risentimento e risolvere le controversie in modo efficiente, i CG possono impegnarsi nella comunicazione individuale con ciascuna delle parti e/o con i loro avvocati, se specificato per iscritto nell'ordine di incarico o nell'accordo stipulato. Il CG può avviare o ricevere, ex parte (individualmente), oralmente o per iscritto, comunicazioni con le parti e con i loro avvocati, o legali rappresentanti dei bambini, o altre parti che ritenga importanti per la comprensione dei problemi. Il CG dovrebbe fare ciò in un modo obiettivo, equilibrato e che prenda in considerazione la possibilità o la percezione di pregiudizio. Il CG dovrebbe comunicare gli accordi, le raccomandazioni e le decisioni a tutte le parti e ai consulenti contemporaneamente.

B. Se i rapporti sono in forma scritta, il CG dovrebbe seguire le regole o le istruzioni del tribunale in materia nel caso in cui il giudice debba riceverne copia. Il CG non deve comunicare ex parte con il giudice.

C. Il CG in genere dovrebbe avere accesso a tutte le persone coinvolte con i familiari tra cui, ma non solo, il CTU, gli avvocati, i funzionari della scuola, i medici e gli operatori della salute mentale. Il CG deve avere l'autorità di incontrare i bambini, qualsiasi genitore acquisito o persona che agisce in quel ruolo o chiunque altro il CG ritenga che abbia un ruolo significativo nel contribuire al conflitto o nella sua risoluzione. Il CG dovrebbe notificare a tali fonti collaterali che le informazioni ottenute da loro non sono riservate e che possono essere utilizzate nelle decisioni o scritte nelle relazioni o nelle raccomandazioni o testimoniate in tribunale.

D. Il CG dovrebbe avere accesso a tutti gli ordini e le memorie depositate sul caso, così come alle relazioni di valutazione peritale, ai documenti scolastici e medici sui bambini, alle relazioni di test psicologici che sono stati effettuati, prima durante o dopo la pendenza del caso.

L'ordine del tribunale dovrebbe richiedere che le parti rilascino l'autorizzazione e il consenso all'accesso a tali dati e ad altre informazioni pertinenti.
E. Il CG dovrebbe avere colloqui iniziali individuali e/o congiunti con le parti e può decidere di intervistare i bambini, se è in possesso della formazione e le competenze adeguate per farlo. I CG possono intervistare tutti i soggetti che forniscono servizi ai bambini, se necessario per valutare i loro bisogni e i loro desideri. La comunicazione tra le parti può consistere in incontri congiunti di persona, chiamate in conferenza telefonica, incontri individuali di persona o telefonici, via e-mail o fax. Il CG dovrebbe stabilire se le sessioni separate o congiunte sono più appropriate in un determinato momento. Nei casi di violenza domestica che coinvolgono il potere, il controllo e la coercizione, il CG deve condurre interviste e sessioni con le parti singolarmente.

F. Il CG deve prestare attenzione a qualsiasi ragionevole sospetto di atti di violenza domestica rivolti a un genitore, a un nuovo partner o ai bambini. Il CG dovrebbe aderire a ogni ordine di protezione e adottare le misure necessarie per garantire la sicurezza delle parti, dei loro figli e di se stesso.

G. Il CG dovrebbe prestare attenzione a ragionevoli sospetti di abuso di sostanze sia da parte del genitore che dei figli, così come a eventuali disabilità di ordine psicologico o psichiatrico di un genitore o di un figlio.

H. Il CG dovrebbe mantenere la documentazione di tutte le comunicazioni con le parti, i bambini e le altre persone con le quali parla del caso.

I. Il CG deve documentare per iscritto tutte le risoluzioni concordate dalle parti o determinate mediante arbitrato, prendendo nota del processo mediante il quale è stato conseguito l'accordo o la decisione.
J. Il CG deve conservare le registrazioni in maniera professionale, integrale e comprensiva delle informazioni e dei documenti che si riferiscono al processo di coordinazione genitoriale, a supporto delle decisioni e delle raccomandazioni da parte del CG.

 

 

LINEA GUIDA XI


Il CG dovrebbe cercare di facilitare l'accordo tra le parti in modo tempestivo su tutte le controversie riguardanti i figli nel momento in cui insorgono. Quando i genitori non sono in grado di raggiungere un accordo, e se è stato ordinato dal giudice, o autorizzato per consenso, il CG deve decidere le questioni controverse.

 

A. Al CG può essere concessa l'autorità di prendere decisioni per le parti quando per loro non è possibile pervenire a un accordo, oppure gli può essere consentito solo di formulare raccomandazioni alle parti o al giudice.

L'ambito di autorità decisionale del CG può essere limitato in alcune giurisdizioni per diritto costituzionale o statuto (NdT: affermazione applicabile all'organizzazione giuridica statunitense). Un CG dovrebbe conoscere le leggi e le procedure della giurisdizione in cui opera per quanto riguarda il processo decisionale o l'arbitrato da lui svolto.

B. IL CG ha solo l'autorità che è delegata nell'ordine del tribunale o nel consenso fornito dalle parti. Se è indicato per iscritto nell'ordine o nel consenso, il CG può avere l'autorità di risolvere i seguenti tipi di problemi:

1. Modifiche non sostanziali o precisazioni sugli orari o sulla suddivisione del tempo di permanenza con i figli, ivi incluse le vacanze, le festività e le variazioni temporanee del piano genitoriale esistente;

2. Trasferimenti / passaggi dei bambini, tra cui date, orari, luoghi, mezzi di trasporto e trasportatori;3. Salute e gestione delle cure comprese quelle mediche, dentali, ortodontiche e oculistiche;

4. Problematiche legate alla nutrizione dei bambini;

5. Psicoterapia o altre cure di operatori della salute mentale tra cui valutazione di abuso di sostanze o counseling per i bambini;

6. Test psicologici o altre valutazioni dei bambini e dei genitori;

7. Istruzione o sorveglianza tra cui la scelta della scuola, tutoraggio, scuola estiva, la partecipazione a valutazioni e programmi di istruzione differenziata o ad altre importanti decisioni educative;

8. Le attività di arricchimento ed extrascolastiche, tra cui laboratori e stage;

9. Istruzione e osservanze religiose;

10. Organizzazione dei viaggi e del passaporto per i bambini;

11. Abbigliamento, attrezzature e oggetti personali dei bambini;

12. La comunicazione tra i genitori sui figli, tra cui telefono, fax, e-mail, note sui diari negli zaini, ecc .;

13. Comunicazione da un genitore con il figlio tra cui telefono, cellulare, cercapersone, fax ed e-mail quando non sono con quel genitore;

14. Modifica dell'aspetto dei bambini, tra cui taglio di capelli, tatuaggi, orecchini e piercing;

15. Ruolo e contatto con altre persone significative e la famiglia estesa;

16. Valutazioni di abuso di sostanze per uno o entrambi i genitori o per un figlio, compreso l'accesso ai risultati delle prove;

17. Partecipazioni a corsi di genitorialità per uno o entrambi i genitori.

 

C. Il CG dovrebbe usare o raccogliere dichiarazioni scritte o verbali della controversia da ogni parte, così come altre rilevanti fonti di informazione. La metodologia utilizzata dal CG deve essere equa per entrambe le parti e essere accessibile sia per il giudice che per le parti. A ciascuna delle parti deve essere data la possibilità di essere ascoltata nel processo. Deve essere data informativa di ciò che è atteso in quanto alla partecipazione delle parti e delle conseguenze della non partecipazione.

Se una parte si rifiuta di collaborare dopo la notifica, allora il CG può continuare a risolvere la controversia.7

D. Il CG deve emettere una risoluzione scritta sulla controversia o una decisione verbale tempestiva su questioni urgenti cui deve seguirne una in forma scritta.8

E. Un CG deve astenersi dal prendere decisioni che cambierebbero l'affidamento o il collocamento fisico da un genitore all'altro o dal modificare sostanzialmente il piano genitoriale.

Tali decisioni sostanziali sono più propriamente di competenza del potere giudiziario. Il CG può, se necessario, apportare modifiche temporanee al piano di genitorialità se uno dei genitori ha degli impedimenti ed è incapace di adempiere le proprie funzioni genitoriali, stabilite dal provvedimento del giudice, fino a quando ulteriori informazioni e valutazioni siano ottenute e il giudice abbia assunto la responsabilità decisionale che gli è propria.

 

 

LINEA GUIDA XII


Il CG non deve ricorrere a pratiche di marketing che contengano informazioni false o fuorvianti. Il CG deve accertarsi che le pubblicità in materia di qualifiche, servizi resi o relative al processo di coordinazione genitoriale siano accurate e oneste. Il CG non deve dichiarare di raggiungere particolari risultati o fare promesse che comportino favoritismi al fine di ottenere commissioni.

 

 

 

APPENDICE A:
RACCOMANDAZIONI PER UNA COMPLETA FORMAZIONE DEI COORDINATORI GENITORIALI

Il coordinatore GENITORIALE ("CG") dovrebbe avere una formazione in ciascuna delle seguenti aree che si riflettono nei moduli indagati di seguito. Si suppone che professionisti in ambito di salute mentale e legale posseggano alcune delle conoscenze, esperienze e competenze nelle aree elencate, in particolare nella sezione II e nella formazione in mediazione familiare. I programmi di formazione possono essere progettati per incorporare una varietà di livelli di formazione e di esperienza precedentemente acquisiti, offrendo la formazione in questi quattro moduli e sviluppando modalità per esentare i professionisti dai moduli ove detengano una competenza già acquisita.

I singoli tribunali dovrebbero stabilire le linee guida, approvare la formazione e individuare i formatori al fine di garantire ai candidati di dimostrare competenze minime per iniziare la pratica, e dovrebbero richiedere il completamento di follow-up formativi programmati per conseguire la formazione all'interno di un periodo congruo. I singoli tribunali e distretti potrebbero considerare lo sviluppo di programmi specialistici per fornire consulenza e supporto per i principianti CG per rafforzare e sviluppare le competenze pertinenti alle aree disciplinari raccomandate.

 

Modulo 1: Il processo di coordinazione genitoriale


A. Le varie funzioni del CG.

B. Limitazioni del processo di coordinazione genitoriale , tra cui la differenza tra coordinazione genitoriale ed educazione genitoriale, la terapia, la CTU e il processo di risoluzione delle dispute.

C. Linee guida professionali di pratica per CG:

1. L'interazione tra le altre linee guida professionali e le linee guida professionali di pratica e le linee guida locali / statali per CG nominati dal tribunale;

2. Le potenziali fonti di conflitto di interessi tra il CG e le persone a cui sono offerti i servizi di coordinazione genitoriale.

D. I problemi che sono pertinenti o non pertinenti con la coordinazione genitoriale.
E. Caratteristiche di soggetti che sono adatti o non adatti a partecipare al processo di coordinazione genitoriale

1. Modalità di intervento appropriate quando ci si confronta con l'abuso di sostanze durante il processo di coordinazione genitoriale

2. Lo screening per la violenza domestica e le modalità di intervento appropriate quando ci si confronta con la violenza domestica nel corso del processo di coordinazione genitoriale

3. L'effetto della violenza domestica sui genitori coinvolti nel processo coordinazione genitoriale

4. Situazioni in cui il CG dovrebbe suggerire che le parti contattino l'autorità di tutela, i legali esterni, posticipare o annullare la seduta di coordinazione genitoriale, sospendere il processo di coordinazione genitoriale, o inviare le parti ad altri servizi

F. Quando inviare le parti a servizi per la tutela dei minori, tutela per abusi sugli anziani e applicazione della riservatezza a ognuno di questi casi

G. Specifici bisogni delle parti prive di rappresentanza legale

 

 

Modulo 2: Dinamiche familiari in separazione e divorzio


A. Problemi psicologici in separazione e divorzio e dinamiche familiari
1. Impatto del divorzio sugli individui e sulle dinamiche familiari e implicazioni per il processo di coordinazione genitoriale

2. Utili ricerche e teorie psicologiche applicabili all'intervento con famiglie ad alto conflitto

3. Come le emozioni influiscono sulle questioni di divorzio e sulla capacità delle parti di partecipare in modo efficace al processo di coordinazione genitoriale

4. Fonti di impasse nella separazione/divorzio, inclusi i comportamenti dei genitori associati con disturbi di personalità e le relative implicazioni

5. Come promuovere la consapevolezza tra le parti dell'influenza su persone interessate da accordi attuali o potenziali, che non sono rappresentate nel corso del processo di coordinazione genitoriale  a. L'influenza dei nonni, di genitori acquisiti o di altre persone significative sui sistemi familiari e il processo di coordinazione genitoriale  b. Situazioni in cui la partecipazione di altre non-parti (ad esempio nonni, bambini, nuovi coniugi) può essere necessaria nel processo di coordinazione genitoriale

B. Problemi riguardanti i bisogni dei bambini nel contesto della separazione/divorzio

1. I bisogni e la regolazione dei bambini e gli effetti del divorzio sui rapporti con
la madre, il padre, le famiglie acquisite, i fratelli e altri nel rapporto familiare

2. Gli stadi di sviluppo del bambino in relazione al divorzio e alla gestione della genitorialità

3. L'impatto che il processo di coordinazione genitoriale può avere sul benessere dei bambini e sul comportamento

4. Quando e come coinvolgere i bambini nel processo di coordinazione genitoriale

5. Indicatori di abusi e/o di trascuratezza sui minori e il processo, e dovere di segnalazione di sospetto di abuso e/o trascuratezza del bambino
C. Operare con i genitori ad alto conflitto
1. L'influenza del conflitto genitoriale e della genitorialità adeguata sul benessere dei bambini

2. Le dinamiche di allineamento, allontanamento e alienazione del bambino

3. Diversi accordi tra genitori che considerano le esigenze del bambino e capacità di ciascun genitore, comprese le modifiche di situazioni di alto conflitto
D. Gestire problematiche di violenza domestica
1. Le diverse tipologie scientifiche di violenza domestica, tra cui la violenza istigata dal conflitto, la violenza che coinvolge il potere, il controllo e la coercizione (spesso conosciuta come maschile), la violenza femminile e la violenza generata dalla separazione.

2. I problemi specifici e i pericoli inerenti alla violenza di qualsiasi tipo in termini di contatti dei genitori e la necessità di stabilire procedure sicure di coordinazione genitoriale e di consegna dei bambini

3. L'importanza di monitorare il rispetto del piano genitoriale e la segnalazione all'autorità giudiziaria di eventuali infrazioni ai provvedimenti del tribunale, compreso il programma genitoriale

4. L'impatto psicologico della violenza domestica sui bambini e lo sviluppo adolescenziale

E. Le diverse relazioni di co-genitorialità cooperativa, parallela e la genitorialità conflittuale

 

 

Modulo 3: Tecniche di coordinazione genitoriale e problemi


A. Strutturare il processo di coordinazione genitoriale

1. L'incontro iniziale e la preparazione delle parti per il processo

2. Programmazione delle tempistiche e dei luoghi e definizione della struttura degli incontri e l'individuazione degli argomenti di discussione

3. Strutturare e gestire la discussione, mantenendo il controllo delle sessioni e utilizzando adeguate capacità di gestione del caso

4. Gestione di incontri individuali, comunicazione telefonica ed e-mail

5. Il mantenimento di registrazioni e l'archivio della documentazione adeguata del CG

B. Consenso informato del CG, compresi i limiti di riservatezza

C. Contratto e definizione dell'onorario del CG

D. Il ruolo del piano genitoriale nel processo di coordinazione genitoriale, compreso il modo di sviluppare, monitorare e modificare il piano

E. Le caratteristiche che aumentano o compromettono l'efficacia della coordinazione tra cui, ma non solo: dimostrare empatia, la costruzione di un rapporto, stabilire fiducia, stabilire un tono cooperativo, ascolto empatico e discussione, empowering delle parti, posizione non giudicante, uso della comunicazione verbale e non verbale

F. La consapevolezza dei pregiudizi personali, pregiudizi e stili che sono il prodotto del proprio background culturale ed educativo ed esperienze personali che possono influenzare il processo di coordinazione genitoriale

G. Problematiche socio-economiche, culturali, razziali, etniche, di lingua, età, genere, religione, orientamento sessuale, disabilità che possono presentarsi e/o influenzare gli stili di negoziazione delle parti, la capacità o volontà di impegnarsi nel processo di coordinazione genitoriale

H. Costruzione di accordi tra le parti, come e quando passare ad altri processi di risoluzione dei conflitti

I. Procedure di arbitrato, appropriate decisioni arbitrali, scrittura e archiviazione di decisioni arbitrali

J. Tecniche appropriate per gestire situazioni difficili

K. Confini appropriati della coordinazione genitoriale

1. Le procedure di sicurezza per coloro che partecipano al processo di coordinazione genitoriale

2. Le disposizioni ufficiali in materia di sicurezza e di lavoro con i clienti con ordini di restrizione o di protezione

3. Stabilire limiti adeguati per le richieste del cliente

L. Quando e come utilizzare in modo efficace esperti esterni

1. Come assistere le parti nella decisione sulla scelta di appropriati servizi esterni
2. Sviluppo di un elenco di risorse di servizi sociali, compresi quelli per situazioni di violenza domestica

M. L'impatto dei comportamenti di clienti ad alto conflitto sul processo di coordinazione genitoriale e il CG e prevenzione del burn-out professionale

N. Motivi per un CG di declinare un incarico, di ritirarsi o di richiedere opportuna assistenza, compreso il caso in cui i fatti e le circostanze vanno oltre le abilità o l'esperienza del CG

O. Requisiti e strategie previsti dalla legge per la disabilità (Americans with Disabilities Act - ADA) per gestire situazioni in cui sorgano questioni di disabilità o bisogni speciali

 


Modulo 4: Procedure di coordinazione genitoriale
 specifiche del tribunale

A. Responsabilità del CG verso il tribunale

B. Conoscenza e rispetto delle qualifiche specifiche richieste dal tribunale per il CG

C. Certificazioni e supervisione ove richiesto

D. Legislazione di ogni ordine e grado sulla famiglia che riguardi il processo di coordinazione genitoriale

1. Leggi che regolano la coordinazione genitoriale nella famiglia

2. Differenza tra neutralità e imparzialità in applicazione della coordinazione genitoriale e capacità di applicarle in modo appropriato

3. Concetti giuridici riguardanti il processo di coordinazione genitoriale comprensivi, ma non limitati a: trasferimenti di residenza, equa distribuzione, la cura del minore, modifica dell'affidamento, regolazione della suddivisione del tempo tra genitori, i trasferimenti, la legge del diritto del giusto processo e comunicazioni ex parte e la legislazione sulla responsabilità

4. I vincoli di legge alla coordinazione genitoriale in casi di violenza domestica e/o ordini di protezione in atto

E. Come e quando il CG deve interfacciarsi con il tribunale

1. I processi di nomina e di revoca del CG

2. L'importanza di una nomina del tribunale per il processo di coordinazione genitoriale

3. I vincoli etici in materia di riservatezza sia in relazione al processo di coordinazione genitoriale in generale, sia in relazione alle sedute all'interno del processo

F. Forme utilizzate nei tribunali del luogo per la coordinazione genitoriale e procedimenti giudiziari G. Come lavorare con professionisti legali, di salute mentale e altre discipline professionali e promuovere la cooperazione tra coloro che si occupano della famiglia. Quando e come utilizzare un esperto qualificato e/o un approccio di squadra per servire al meglio le parti nel processo di coordinazione genitoriale

H. Il procedimento di reclamo contenuto nelle norme locali/statali per il CG, ove presente

I. Possibili dilemmi etici con cui può confrontarsi il CG e come evitarli

Formazione in tema di violenza domestica: la necessità di una formazione supplementare e/o specifica in tema di violenza domestica dovrebbe continuare ad essere considerata nella creazione di un programma di formazione per CG.


APPENDICE B:
MIGLIORI PRATICHE GIUDIZIARIE E PROGRAMMI


Un programma di coordinazione genitoriale opera in maniera più efficiente ed efficace quando i giudici comprendono, supportano e sono coinvolti nella formazione del programma.

Il monitoraggio giudiziario del programma, i CG e il loro lavoro sono essenziali per proteggere i genitori, i bambini e i coordinatori.

Il processo è più efficace se a dissuadere le parti dal contenzioso sono i giudici che li incoraggiano a fare affidamento sul CG per risolvere le loro divergenze e scoraggiano la continuazione dei procedimenti giudiziari.

A tal fine, sono raccomandate le seguenti migliori pratiche per i tribunali e per lo sviluppo dei programmi.

1. Ambito di autorità:

ll ruolo e la portata di autorità del CG può essere limitata dalle disposizioni di legge o dai regolamenti in considerazione della delega di autorità di un giudice per la tutela del miglior interesse del minore in dispute legate all'affidamento dei bambini e ai tempi di permanenza dei figli con ciascun genitore.

Alcune giurisdizioni permettono che tali controversie siano risolte in arbitrato privato, mentre altre giurisdizioni proibiscono l'arbitrato in quanto contrario a politiche pubbliche (parens patriae doctrine). Di conseguenza, la legge locale dovrebbe essere studiata con attenzione prima di progettare un nuovo programma di coordinazione genitoriale.

2. Qualifica del CG:

Nei tribunali che stabiliscono o modificano un programma di coordinazione genitoriale, si raccomanda che i giudici nominino professionisti qualificati per intraprendere questo difficile lavoro, come miglior mezzo per il raggiungimento degli obiettivi del tribunale. I giudici in ogni tribunale sono incoraggiati a stabilire le modalità per convalidare le qualifiche e la formazione di professionisti in ambito di salute mentale e legale che ambiscano ad essere nominati CG. Queste informazioni dovrebbero essere disponibili per la consultazione da parte dei genitori e degli avvocati che prendano in considerazione di incaricare un CG.

3. Ordine Standard:

Si raccomanda che ogni tribunale avvii uno sforzo interdisciplinare, in conformità al sistema, per sviluppare e adottare un ordine standard che descriva l'autorità legale, i doveri e le responsabilità del CG, le questioni da decidere, i costi, il processo di reclamo e i termini del servizio. Questo ridurrà al minimo le possibilità di confusione per i professionisti e i genitori.

L'ordine deve essere firmato dagli avvocati, dai genitori e dal giudice prima dell'inizio del servizio del CG.

4. Presentazioni e obiezioni alle raccomandazioni del CG e rapporti al Tribunale:
E' diversa la destinazione delle raccomandazioni e delle decisioni del CG. Nella maggior parte, ma non in tutti i tribunali dove i CG sono nominati dal giudice, il CG è tenuto a inviare tutte le raccomandazioni, le relazioni e le disposizioni al giudice, così come a ogni  genitore e a ogni avvocato. Dove non c'è un'autorità nominata dal tribunale, il coordinatore genitoriale dovrebbe preparare la documentazione relativa a raccomandazioni, relazioni e disposizioni in modo che il giudice possa accedere alle informazioni quando lo richieda.

5. Reclamo dei genitori riguardo il CG e obiezioni alle raccomandazioni e decisioni:
Quando i CG sono nominati dal tribunale o da un accordo di consenso, è importante che l'ordine contenga un linguaggio chiaro e procedure per gestire i reclami dei genitori verso il CG e la gestione delle obiezioni dei genitori alle sue raccomandazioni e decisioni, compresa la possibile richiesta di rimozione del CG. Alcuni ordini includono un punto che indica chiaramente che il CG può essere rimosso o escluso dall'incarico per uno dei motivi previsti per la rimozione del giudice, del mediatore o dell'arbitro. E ' risultato utile ad articolare una serie di passaggi per la gestione di tali reclami, che possono derivare da una condotta scarsamente professionale del CG o o da rabbia contro raccomandazioni o decisioni del CG non favorevoli alla parte che ha inoltrato il reclamo. Queste procedure sono state sviluppate per proteggere i CG da denunce infondate agli albi dei professionisti e anche per fornire ai genitori modalità sanzionatorie e possibilità di ottenere un risarcimento.

Un modello di reclamo richiede che il genitore insoddisfatto dapprima fissi e partecipi ad un appuntamento con il CG per discutere il reclamo, prima di iniziare un procedimento giudiziario per la rimozione o di presentare un esposto all'ordine professionale, con l'obiettivo di risolvere il reclamo.

Se nessuna risoluzione è stata raggiunta, entrambi i genitori e il CG partecipano successivamente a un incontro di conciliazione con supervisione giudiziale prima che sia intrapresa qualsiasi azione. Il giudice competente determina se il tempo e le spese del CG devono essere rimborsati in parte o del tutto, comprese eventuali spese legali sostenute dal CG. Se la parte ricorrente o il CG ritengono che il reclamo non può essere risolto, possono presentare una mozione al tribunale di sospendere i servizi del CG. Al giudice spetta l'ultima parola sul processo di reclamo a meno che non ci sia un organismo di certificazione dell'operato del CG.

In quanto autorità dotata di funzione esecutiva come delegato del giudice o del tribunale, al CG dovrebbe essere concessa una semi-immunità giudiziaria e la protezione da eventuali denunce.

6. Le procedure standard e la letteratura:

I Programmi di coordinazione genitoriale possono prendere in considerazione lo sviluppo e l'adozione di opuscoli informativi standard di coordinazione genitoriale che descrivano in un linguaggio chiaro e semplice in cosa consista il modello di coordinazione genitoriale, quali sono i suoi obiettivi, come funziona, le limitazioni in materia di riservatezza e il tipo di decisioni che il CG è in genere autorizzato ad assumere in caso di controversie irrisolte. Questi opuscoli educativi possono regolarmente essere messi a disposizione dei genitori e degli avvocati che stanno prendendo in considerazione la nomina di un CG.

I tribunali dovrebbero considerare l'istituzione di conferenze di appuntamento con il giudice subito dopo la decisione di utilizzare un CG. Durante la conferenza, a cui partecipano le parti, i loro avvocati, eventuali difensori dei bambini e il CG proposto, viene firmato e distribuito l'ordine o accordo di consenso, sono spiegati il ruolo e l'autorità del CG, sono determinati i compensi, programmati gli appuntamenti iniziali, firmati documenti e contratti, è assegnata la responsabilità di fornire i documenti e altre informazioni, il tutto con l'obiettivo di iniziare il processo di coordinazione genitoriale al più presto.

Ogni competenza territoriale dovrebbe prendere in considerazione la creazione di un comitato per facilitare la formulazione di regole locali (se richieste), le procedure standardizzate, gli ordini, la formazione e quanto necessita per fornire al CG il supporto tra pari.

 

 

APPENDICE C:
I COORDINATORI GENITORIALI E L'ESPERIENZA CANADESE


Si consideri che l'esperienza canadese rispetto ai CG può differire sostanzialmente dal processo utilizzato negli Stati Uniti.

In primo luogo, il quadro costituzionale canadese non consente ai giudici di delegare a terzi le funzioni giudiziarie o semi-giudiziarie. In sostanza, questo significa che non è possibile per un giudice ordinare alle parti di partecipare e lavorare con un CG in nessuna circostanza e, di conseguenza, non è possibile per un giudice di ordinare alle parti la partecipazione con un CG che ha potere arbitrale o poteri decisionali, cosa che potrebbe essere considerata una delegazione impropria.

Tuttavia, vi è un aumento significativo nel numero di famiglie che utilizzano i servizi di un CG, per risolvere i problemi di genitorialità. Questo processo in Canada è sempre basato sul consenso. In Canada le parti, se desiderano utilizzare un CG, sottoscrivono con lui un accordo. Questo accordo conferisce di solito al CG sia poteri di mediazione che decisionali, e le sue limitazioni dei poteri sono specificate nell'accordo. Di solito questo significa che il CG può tentare di mediare eventuali problemi di genitorialità che non portano a fondamentali modifiche della struttura dell'accordo genitoriale e, in mancanza di una mediazione, può arbitrare e, quindi, risolvere la controversia genitoriale. E' d'uso che le parti incorporino l'accordo di coordinazione genitoriale in un ordine del tribunale. Ciò non costituisce una delega impropria da un giudice, ma è un riconoscimento che le parti sono d'accordo con ciò di arbitrare i loro problemi genitoriali e questo costituisce una sottomissione all'arbitrato secondo i vari regolamenti di arbitrato provinciali. Per cui i tribunali non continuano nella supervisione delle questioni genitoriali che sono risolte dall'accordo di coordinazione genitoriale e le parti sono vincolate dall'accordo di coordinazione genitoriale ad arbitrare i problemi nei termini stabiliti nell'accordo stesso.

In Canada, quindi, è molto comune che i CG siano sia mediatori che arbitri nello stesso caso. Ciò significa anche che il CG, quando agisce da arbitro, può utilizzare le informazioni apprese nel processo di mediazione per sapere come la decisione sulla questione controversa sarà risolta.

Non ci sono CG in Canada che limitano il loro ruolo solo all'arbitrato e la maggior parte degli avvocati hanno scoperto che confinare il ruolo di CG strettamente alla mediazione non è efficace.

Di conseguenza, è stato sviluppato in Canada un modello ibrido che permette al CG sia di mediare che di arbitrare.


APPENDICE D:
MEMBRI della TASK FORCE AFCC CG 2003-2005

Presidente e portavoce: Christine A. Coates, M.Ed., JD è un esperta del Colorado di diritto di famiglia, avvocato che sostiene la risoluzione alternativa delle controversie (ADR) nelle relazioni nazionali ed è stata innovatrice negli interventi per i genitori ad alto conflitto. E' professore a contratto presso l'Università del Colorado School of Law e autrice di articoli sulla coordinazione genitoriale, famiglie ad alto conflitto e ADR. Ex presidente di AFCC e presidente della prima Task Force AFCC sulla coordinazione genitoriale, è Presidente dell'Institute for Advanced Dispute Resolution ed è nota a livello nazionale come ospite di conferenze e formatore nella risoluzione dei conflitti, coordinazione genitoriale e diritto di famiglia. E' co-autrice di “Working with High Conflict Families of Divorce (Jason Aronson, 2001) and Learning From Divorce (Jossey-Bass, 2003)”.


Segretario: Linda Fieldstone, M.Ed. è supervisore del servizio di famiglia del tribunale dell' 11 ° circuito giudiziario della Florida, coordinatore genitoriale e formatore, mediatore familiare certificato, assiste il circuito nello sviluppo del programma attuale di CG per le politiche e le procedure. Fa parte del Consiglio di Amministrazione dell'AFCC, attualmente è Presidente della Florida Chapter dell'AFCC, ed è stata coordinatrice per il Gruppo dei CG della FLAFCC della Taskforce CG della FLAFCC. L. Fieldstone è stata dalla Corte Suprema della Florida nominata nel Gruppo di lavoro che ha sviluppato un ordine amministrativo / ordine di incarico / programma formativo in materia di CG utilizzabile come base in tutto lo Stato.

 

Barbara Ann Bartlett, JD è stato un avvocato per 20 anni a Tulsa, Oklahoma ed è stato artefice delle riforme giuridiche del diritto di famiglia di Tulsa fin dai primi anni novanta. E' stata co-autrice della prima regolamentazione nazionale sulla Coordinazione genitoriale approvata dal legislatore dell'Oklahoma nel 2001, con lo scritto amicus curiae a sostegno della stessa durante la sua prima sfida costituzionale per uno Statuto sulla coordinazione genitoriale. Nell'ordine degli avvocati è annoverata tra i Bar Register of Preeminent Lawyers.

 

Robin M. Deutsch, Ph.D. è psicologa del Massachusetts General Hospital dove è co-direttore del programma Children and the Law del servizio dipsichiatria forense. E' Professore Clinical Assistant di Psicologia presso la Harvard Medical School.

Il suo lavoro si è concentrato sull'applicazione della ricerca sullo sviluppo infantile per l'adattamento dei bambini al divorzio, alla valutazione delle famiglie coinvolte nel cambiamento della famiglia, le questioni genitoriali e la gestione di divorzi ad alto conflitto. E' co-autrice di “7 Things Your Teenager Can’t Tell You. And How to Talk About Them Anyway” (Ballantine, 2005). Dr. Deutsch è un membro del Consiglio di Amministrazione della sezione AFCC del Massachusetts ed ex Presidente di AFCC. E 'spesso invitata a fornire le presentazioni didattiche e scientifiche a giudici, avvocati e professionisti della salute mentale.

 

Billie Lee Dunford-Jackson, JD è co-direttore del Dipartimento violenza familiare
del Consiglio Nazionale dei giudici del tribunale di famiglia e dei minorenni (National Council of Juvenile and Family Court Judges). Si occupa di diritto e politica su questioni relative all'affidamento dei figli e della tutela dei minori nel contesto della violenza domestica e tiene corsi di formazione e assistenza tecnica per i professionisti alla ricerca di nuovi approcci per lavorare con le famiglie in cui le vittime di abusi sono madri e bambini. E' stata determinante nell'avvio e sviluppo dell'Istituto giudiziario nazionale sulla violenza domestica (National Judicial Institute on Domestic Violence) e continua a svolgere un ruolo attivo nell'estensione di programmi educativi del Dipartimento per i giudici e personale giudiziario che gestiscono casi di di violenza domestica. Ms. Dunford-Jackson dopo il master in giurisprudenza (Juris Doctor) presso l'Università della Virginia ha praticato legge per sedici anni e ha dedicato gran parte del suo lavoro a rappresentare le vittime di violenza domestica, prima di entrare nel dipartimento nel 1997.

 

Philip M. Epstein, Q.C. LSM è avvocato a Toronto, Ontario, Canada.

 

Barbara Fidler, Ph.D., C.Psych, Acc.FM. è psicologa praticante e mediatrice accreditata in Ontario, Canada. Lavora dal 1982 con famiglie con alta conflittualità come consulente tecnico, offrendo diversi interventi, tra cui: il trattamento, l'educazione, la valutazione, la mediazione, la coordinazione genitoriale , la supervisione, la formazione e consulenza. Dr. Fidler interviene frequentemente in temi di famiglia, alto conflitto e argomenti correlati.

Si occupa di famiglia / coppia, individuo (bambini, adolescenti e adulti) e terapia di famiglia. Oltre a mantenere una pratica autonoma, la dott.ssa Fidler è un membro di Family Solutions, che fornisce un intervento di squadra con famiglie ad alto conflitto.

 

Jonathan Gould, Ph.D. è uno psicologo a Charlotte, Carolina del Nord.

 

On. William G. Jones è un ex giudice e Presidente del Tribunale Distrettuale di Charlotte, North Carolina. Egli è stato determinante nello stabilire un programma di coordinazione genitoriale nel distretto e nell'attuazione di altre iniziative volte a facilitare la risoluzione di controversie per l'affidamento dei figli. Attivo nel Consiglio nazionale dei giudici del tribunale di famiglia e dei minori (National Council of Juvenile and Family Court Judges).

 

Joan Kelly, Ph.D. è psicologa, ricercatrice e mediatrice, è stata Direttore della
Northern California Mediation Center per 20 anni. La sua carriera di ricerca clinica e di insegnamento in tre decenni si è concentrata sui bambini e l'adattamento della famiglia al divorzio, affido dei figli e problemi di accesso ai genitori, lo sviluppo del bambino, il divorzio e la mediazione familiare e la coordinazione genitoriale.

Ha pubblicato 75 articoli e scritti in queste aree di interesse, ed è co-autrice di Surviving the Breakup: How Children and Parents Cope with Divorce. Dr. Kelly è stata premiata per il suo lavoro con molti riconoscimenti, tra cui il Distinguished Mediator Award della Academy of Family Mediators, il Fellow of the American Psychological Association, e il premio Stanley Cohen Distinguished Research e Meyer Elkin Award della AFCC.

Joan presenta seminari e discorsi di apertura in tutti gli Stati Uniti, Canada e all'estero.

 

Matthew J. Sullivan, Ph.D. è uno psicologo clinico in uno studio privato a Palo Alto, in California, specializzato in bambini e psicologia forense della famiglia. Ha scritto articoli, presentato e fatto formazione a numerose sedi nazionali ed internazionali su temi come

divorzio altamente conflittuale, coordinazione genitoriale e alienazione del bambino. È attualmente nella redazione del Journal of Child Custody.

 

Robert N. Wistner, JD è uno specialista accreditato in diritto di famiglia a Columbus, Ohio. Dopo 30 anni come avvocato di famiglia, limita la sua pratica alla risoluzione alternativa delle controversie familiari. Oltre a servire come membro nella prima task force AFCC sulla coordinazione genitoriale, ha prestato servizio come vice-presidente della Task force dell'Ohio sul diritto di famiglia e dei bambini ed è attualmente membro del Supremo Comitato consultivo dell'Ohio del Tribunale dei minorenni e famiglie.

 



* Psicologa, psicoterapeuta, mediatrice familiare; mediatrice familiare presso centro GeA, Genitori Ancora, del Comune di Milano; Cultore della materia M/Psi 01, Facoltà di Medicina, Università degli studi di Milano,

c.piccinelli.ps@gmail.com.

[1] Association of Family and Conciliation Courts (AFCC), Task Force on Parenting Coordination (2006). Guidelines for Parenting Coordination. Family Court Review, 44(1), 164–181.

[2] C. Piccinelli, S. Mazzoni, D. Carter, La coordinazione genitoriale, dagli USA un nuovo intervento di supporto per le coppie in separazione/divorzio ad elevata conflittualità cronica, in IL CASO.it, http://www.ilcaso.it/articoli/fmi.php?id_cont=768.php

[3] Brislin, R. W. (1970). Back-translation for cross-cultural research. Journal of cross-cultural psychology, 1(3), 185-216.

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[6] Coates, C. A., Deutsch, R., Starnes, H., Sullivan, M. J., & Dydlik, B. (2004). Models of collaboration in family law: Parenting coordination for high-conflict families. Family Court Review, 42, 246–262.

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[8] Henry, W., Fieldstone, L., & Bohac, K. (2009). Parenting coordination and court relitigation: A case study. Family Court Review, 47, 682–697.

[9] Coates et al., 2004. op. cit.

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[13] Fieldstone et al., 2012. op. cit.

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[18] Neff & Cooper, 2004, op. cit.

[19] Fieldstone, L., Carter, D. K., King, T., & McHale, J. P. (2011). Training, skills, and practices of parenting coordinators: Florida statewide study. Family Court Review, 49(4), 801-817.

[20] Idem.

[21] Sullivan, M. J. (2013). Parenting Coordination: Coming of Age?. Family Court Review, 51(1), 56-62.

[22] Coates, C. A., Jones, W., Bushard, P., & Deutsch, R. (2003). PARENTING COORDINATION: IMPLEMENTATION ISSUES APRIL 30, 2003. Family Court Review, 41(4), 533.

[23] Coates, C. A., Deutsch, R., Starnes, H., Sullivan, M. J., & Sydlik, B. (2004). op. cit.

[24] Idem

[25] Sullivan, M. J. (2013). Op. Cit.

[26] Fieldstone, L., Carter, D. K., King, T., & McHale, J. P. (2011). Training, skills, and practices of parenting coordinators: Florida statewide study. Family Court Review, 49(4), 801-817.

[27] Fieldstone, L., Carter, D. K., King, T., & McHale, J. P. (2011). Op. Cit.

[28] Press, S. (2013). Family court services: A reflection on 50 years of contributions. Family Court Review, 51(1), 48-55.

[29] Idem.

[30] Sullivan, M. J. (2004). Ethical, legal, and professional practice issues involved in acting as a psychologist parent coordinator in child custody cases. Family Court Review, 42(3), 576-582.

[31] Carter, Debra K. (2014) Examining Parenting Coordination Ethics: Looking for Black Lines in Shades of Grey, ACResolution, Spring, 18-23.

[32] Association of Family and Conciliation Courts (AFCC), Task Force on Parenting Coordination (2006). Op. Cit.

[33] Carter, Debra K. (2014). Op. Cit.

1 Cfr AFCC Task Force on Parenting Coordination, Parenting Coordination: Implementation Issues, 41 Fam. Ct. Re. 533 (2003).

2 la coordinazione genitoriale è un'insolita tipologia di intervento che non rientra nel quadro esistente di regole e leggi che trattano gli argomenti di "statutory privileges" (NdT: si propone il termine responsabilità), "rules of evidence" (NdT: si propone la frase: acquisizione di prove e testimonianze) e "codici professionali di etica" legati al tema della "riservatezza"e le dichiarazioni fatte da genitori o persone coinvolte nelle controversie tra genitori.

Nei casi in cui non sono implicati i CG, le dichiarazioni delle parti possono essere protette dall'essere usate come prove nel processo di risoluzione delle controversie, per i suddetti motivi. Tuttavia, l'essenza del concetto di CG è che tutte queste protezioni di riservatezza devono essere evitate in modo che il CG sia libero di prendere decisioni rapide basate su ciò di cui è venuto a conoscenza tramite le parti ed altre fonti. Di conseguenza, affinché il CG sia abilitato a operare liberamente e con efficacia il ruolo di rapida risoluzione della contesa, disposizioni appropriate devono essere inserite nel contratto scritto e/o nell'ordine del tribunale di incarico per l'effettiva rinuncia a tutti i privilegi del regime probatorio o della condotta professionale in materia di riservatezza a cui poter derogare. Inoltre, una chiara dichiarazione deve essere inclusa per fare in modo che il CG non presti per una delle parti attività di consulenza o di rappresentanza legale o una psicoterapia, e i genitori siano invitati a cercare tali prestazioni da fornitori indipendenti di loro scelta. I genitori hanno diritto a una descrizione molto chiara e inequivocabile dei privilegi e delle regole cui si chiede di rinunciare o derogare al fine di autorizzare il CG all'esecuzione di servizi particolari contemplati nel processo di coordinazione genitoriale . Allo stesso modo il CG ha il problema significativo di crearsi una barriera contro i reclami di condotta non professionale da parte dei genitori scontenti che non sono soddisfatti delle decisioni del CG.

3 In alcuni tribunali per la nomina di un CG è necessario un decreto di nomina o un consenso. Alcuni tribunali consentono al giudice di investire il CG della propria autorità. In Canada, l'autorità del CG è derivata da statuti di arbitrato e il CG può esercitare solo con il consenso dei genitori.

4 Molti esperti CG hanno trovato che un periodo da 18 mesi a 2 anni sia la durata ottimale in termini di acquisizione di sintonia con la famiglia e di sviluppo di un rapporto di lavoro con i genitori.

5 In genere le spese sono divise in parti uguali tra le parti, anche se i loro beni e il reddito differiscono sostanzialmente; gli oneri possono essere ripartiti di conseguenza. Negli stati che hanno le linee guida per la ripartizione del reddito per i bambini, i tribunali a volte ripartiscono la responsabilità in ordine ai costi di CG nelle stesse percentuali in cui è ripartito il mantenimento dei figli. Il tribunale, anziché il CG, dovrebbe fare una determinazione del rapporto appropriato di pagamento basato sulla disponibilità di dati finanziari. L'ordine può anche includere una disposizione per il coordinatore genitoriale di alterare il consueto rapporto di pagamento se uno dei genitori abusi del processo. Nel caso in cui una parte richieda una revisione giudiziale di una decisione di un coordinatore genitoriale senza ottenerla, il giudice può ordinare il pagamento delle spese legali e di giudizio.

6 In alcune giurisdizioni il CG richiede anche un deposito cauzionale da ciascuna delle parti per eventuali spese e commissioni sostenute ma non pagate entro il termine.

7 In alcuni tribunali il CG deve notificare alle parti l'intenzione di procedere ad una fase di arbitrato, se le parti non raggiungono un accordo da soli o con il suo aiuto.

8 E' diversa la destinazione delle raccomandazioni e delle decisioni del CG. Nella maggior parte, ma non in tutti i tribunali in cui i CG sono nominati dalla corte, il CG deve prevedere di inviare tutte le raccomandazioni, i rapporti e le decisioni alla corte, così come ad ogni genitore e ai loro avvocati. Se il CG non è stato nominato dal giudice, dovrebbe preparare le raccomandazioni, i rapporti e le decisioni in modo tale che il giudice possa accedere alle informazioni su richiesta. Nella maggior parte dei tribunali la determinazione diventa un ordine ed è considerata vincolante.

Le norme sul ricorso giurisdizionale variano da una giurisdizione all'altra.


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