Bancario
Il Caso.it, Sez. Articoli e Saggi - Data pubblicazione 26/10/2004 Scarica PDF
Economia finanziaria e pubblica vigilanza. La posizione istituzionale e le competenze della CNMV, Comisión Nacional del Mercado de Valores
Mario Bessone, Professore ordinario nella facoltà di giurisprudenza dell'Università di Roma "La Sapienza"Discutendo di
economia finanziaria e di tutela degli investitori sarà bene guardare allo
scenario di inizio secolo da punti di osservazione che consentano di
allontanare il pericolo di errori di prospettiva. Si sbaglia quando si guarda
al sistema delle norme che regolano la economia finanziaria in una prospettiva
pericolosamente unilaterale, quasi che le vicende dell'economia finanziaria
fossero cosa che forma giuridica e prescrizioni legali possono governare per
intero. Ma se e' vero che i suoi congegni e i modi di essere dei mercati sono
molto piu' di quanto emerge nella prospettiva delle norme che li regolano, allo
stesso modo si sbaglia se non si considera che per tutti i fenomeni finanziari
la forma giuridica e le prescrizioni legali costituiscono un fattore fortemente
condizionante. E piu' di quanto non sembri ad osservatori lontani dalla realta'
ogni comparto di financial economy e' in consistente misura una variabile
dipendente dal suo diritto. Alla regolazione dei rapporti di mercato si
provvede con una serie di mezzi giuridici del piu' vario genere.
Dovunque hanno tuttavia un ruolo protagonista i mezzi e gli istituti che da
sempre appartengono al sistema del diritto privato. Variano le fattispecie ma
anche quando sono soggetti pubblici gli operatori della materia finanziaria
invariabilmente si avvalgono dell'intero repertorio dei mezzi dal diritto
privato predisposti per regolare iniziativa economica, assetti organizzativi e
rapporti negoziali. Il contesto normativo e i vincoli delle prescrizioni inderogabili
sono quelli delle disposizioni di costituzione economica e di quante
necessariamente ne conseguono. Ma si opera pur sempre mediante contratto, si
assumono obbligazioni e si acquisiscono diritti reali e diritti di credito,
applicandosi comunque regole di responsabilita' contrattuale e da atto illecito
che rinviano ai principi generali del codice civile. Le attivita' degli
intermediari di mercato finanziario poi altro non sono se non attivita' di
impresa commerciale. E sono ormai impresa di genere societario anche i mercati
dove gli intermediari provvedono all'incontro di domanda e offerta dei titoli
che si scambiano. Modalita' di ordinamento della materia diverse da queste
appartengono ad un passato che non ritornera'.
E sia pure con le persistenti incertezze di direttive comunitarie talvolta
ancora caratterizzate da una intenzione dirigista (che invece non si ritrova in
ambiente di common law), anche il diritto europeo dell'economia finanziaria è
ormai decisamente orientato nella direzione di policies in linea con le
necessità di una economia capitalista di (libero) mercato. Iniziativa e
attivita' dei soggetti che movimentano l'economia finanziaria tuttavia si
svolgono secondo una dinamica al tempo stesso e per intero regolata da norme di
diritto pubblico, non escluso il ricorso alle norme del diritto penale che
infatti sono numerose e sanzionano l'agire piu' gravemente deviante
configurando fattispecie di reato. Se per ogni comparto dell'economia
finanziaria si apprestano speciali ordinamenti di settore ognuno da valutare
nella sua assoluta particolarita' sarà comunque chiaro che guardando al suo
insieme non sono pensabili capitalismo maturo,welfare state ma neppure tutela
del risparmio delle famiglie senza una economia finanziaria che sia al tempo
stesso e < integra >.
E clamorose vicende che a veder bene non si possono considerare soltanto una
inquietante successione di episodi di del mercato dovevano documentare la
stringente necessità di policies e di interventi normativi con finalità di
riforma di segno molto forte, davvero all'altezza di fenomeni devianti a grande
dimensione che talvolta presentano tutti i caratteri e rischiano le disastrose
conseguenze di una autentica crisi di sistema. Policies e interventi normativi
di riforma dell'esistente che nel caso italiano come si sa sono adesso in corso
di molto discussa e tormentata elaborazione. Non manca la progettazione di
discipline certamente capaci di corrispondere alle attese ma è politica del
diritto ancora alla ricerca del consenso necessario per passare dal progetto
alla sua realizzazione mediante un compatto insieme di disposizioni che
comunque saranno davvero vincenti soltanto se congegnate a misura di quanto
ormai caratterizza per intero l'universo di una financial economy dove non
esistono più geografia di confini nazionali né fattori di contrasto all'operare
in tempo reale.
Nè certamente occorre enfasi di discorso su quanto con grande evidenza e in
modo più forte per l'economia finanziaria consegue all'intersecarsi di e
rivoluzione telematica. Non ogni settore dell'economia è davvero ma lo è ogni
suo settore dove oggetto della attività e delle transazioni sono beni
immateriali. Perciò massimamente lo è la financial economy che commercia in via
esclusiva aspettative, contratti, valori economici da contabilizzare. E a tutto
questo si aggiungono i mezzi di interlocuzione telematica che sconvolgono
l'assetto e l'ordine tradizionale dell'operare di mercato finanziario perchè
dovunque e quasi per intero ormai si opera in tempo reale e in modo virtuale
.Non più presenza fisica e carte ma dislocazione di quel che serve nella
memoria del computer azzerandosi qualsiasi limite di operatività correlato a
dislocazioni territoriali. Da ciò consistenti guadagni di efficienza mercantile
e maggiori opportunità di asset allocation ma anche i problemi sempre correlati
alla dinamica di ciò che è new economy di tecnologie dell'informatica.
Si consideri infine la particolare identità di una economia finanziaria che non
conosce più comparti separati, quali in passato erano l'attività bancaria,
l'assicurazione e la intermediazione di mercato mobiliare essendo ormai
dominante una loro aggregazione di insieme, secondo la logica di gruppo
dell'operatore significativamente riassunta nella formula che ormai in finanza
< tutti fanno tutto >. Ne consegue la nuova dimensione (ma anche la
speciale connotazione) assunta dai problemi di disciplina dei conglomerati
finanziari, dell'e.commerce transnazionale di valori mobiliari, delle così frequenti
situazioni di conflitto di interessi, di garanzia della trasparenza e della
informazione di mercato dovute agli investitori. E molto altro ancora acquista
nuova dimensione (e speciale connotazione) se si pensa a governance delle
imprese e modalità di prestazione dei servizi di investimento, a prevenzione e
sanzione non semplicemente dell'insider trading ma anche delle altre possibili
forme di market abuse, alla organizzazione e strumentazione di una pubblica
vigilanza a misura di mercati che sono ormai con assoluta prevalenza . E ormai
in grandissimo numero mercati non regolamentati del genere Alternative Trading
Systems che mettono a dura prova qualsiasi strategia di vigilanza.
Nè sarà necessario completare l'elenco già infinite volte rappresentato dei problemi
emergenti nello scenario dell'economia finanziaria di inizio secolo. Problemi
come si sa per la maggior parte adesso finalmente alla attenzione del
legislatore comunitario essendo particolarmente rilevanti le direttive
variamente progettate o già in corso di recepimento in materia di prospetto
informativo della sollecitazione all'investimento, quante si riferiscono al
regime delle società emittenti valori in senso tecnico going public con
l'ammissione a quotazione, finalmente disciplinandosi poi le offerte pubbliche
di acquisto (le Opa) così come si è riformato in modo radicale il contesto
normativo di servizi di investimento e mercati mobiliari (oltre che l'insieme
delle regole in materia di market abuses). Ma anche altre iniziative del
legislatore comunitario presentano caratteri di importante rilievo tanto più se
si considera la complessiva strategia di intervento e di riforma a suo tempo
congegnata dal Consiglio europeo di Lisbona (e se si passano in rassegna i
diversi contenuti del Financial Services Action Plan del 1998 ).
E' vero che spesso il legislatore dell'Unione Europea si segnala per un flusso
di normative pericolosamente lontane dall'essere (come invece dovrebbero)
prescrizioni di concisa chiarezza nel segno di una formulazione normativa
all'altezza delle materie regolate. E talvolta si tratta di un eccesso di
normative che non si sottraggono alle motivate obiezioni di quanti disapprovano
il ricorso a policies in certa misura ancora visibilmente caratterizzate dalla
già segnalata intenzione dirigista. Si tratta tuttavia pur sempre di un nuovo
diritto europeo dei mercati finanziari che delinea un consistente ordinamento
sovranazionale del settore comunque sensibile alla pressante domanda di miglior
regolazione dei mercati e di maggior tutela dell'investitore. Una domanda
sociale di normative di garanzia ormai dovunque presente e all'origine di
interventi dei legislatori nazionali che altrove in questi anni sono diventati
molto numerosi offrendo ampia materia ad una comparazione utile.
Anche senza esagerare il rilievo che valutazioni in prospettiva di comparazione
possono presentare per il legislatore nel caso italiano adesso impegnato in un
difficile processo di elaborazione di una organica riforma dell'ordinamento di
mercato finanziario, una attenzione allo scenario delle esperienze maturate
altrove non è davvero divagazione professorale nel cielo delle astrazioni,
dovendosi considerare che insieme a molto altro globalisation dell'economia
finanziaria significa inevitabilmente prassi mercatili nel segno delle
interferenze e del confronto tra le diverse legislazioni di ognuno dei sistemi
partecipanti alla dinamica di mercati ormai quasi per intero sovranazionali. E
in questo senso la insufficiente attenzione allo scenario delle esperienze maturate
altrove a veder bene costituisce (grave) punto di caduta della riflessione
scientifica ma ancor più del dibattito politico e istituzionale adesso in corso
per portare a risultato anche nel caso italiano riforme di ordinamento che
possano essere al tempo stesso miglior regime della financial economy e riforme
in consonanza con quante già si sono già realizzate altrove .
Assai indicativo il tema della pubblica vigilanza. Se infatti è vero che in
questa materia ogni contesto nazionale ha caratteri distintivi che rilevano più
di qualsiasi astratta comparazione di modelli, anche quanto alla miglior
organizzazione delle funzioni di pubblica vigilanza sicuramente meritano
attenta analisi (e offrono ampia materia a utili approfondimenti ) le
motivazioni altrove assunte come criteri di preferenza per il modello del
significativamente condiviso dall'inglese Fsa, la Financial Services Authority
e da BaFin, il Bundesanstalt für Finanzdienstleistungsaufsicht dell'ordinamento
tedesco (ma anche da altri ordinamenti e di recente dalla CBFA che dal gennaio
del 2004 è autorité de controle unique du secteur financier belge). E
comprensibilmente più ancora interessano le motivazioni e il diverso
orientamento degli ordinamenti che hanno stabilito discipline di vigilanza invece
più in linea con il modello di ripartizione delle competenze di pubblica
vigilanza che nel caso italiano si è disegnato con le norme del Tuf, il Testo
unico delle disposizioni ateria di intermediazione finanziaria del febbraio
1998. In modo particolare interessa segnalare la significativa lesperienza
della CNMV, la Comisión Nacional del Mercado de Valores.
Una esauriente (e qui impensabile) documentazione dello scenario di insieme del
diritto spagnolo dovrebbe muovere da una ricognizione di campo normativo capace
di considerare la intera serie degli interventi legislativi variamente intesi a
regolare la gestione del risparmio in forma collettiva (e perciò le
Instituciones de Inversion Colectiva con legge 35 del novembre 2003), la legge
44 del novembre 2002 che è Ley de Medidas de Reforma del Sistema Financiero e
quanto è speciale disciplina delle società quotate, così come l'intera serie
delle norme regolatrici delle funzioni di pubblica vigilanza secondo il regime
disposto dalla legge 26 del luglio 2003 in riforma delle leggi 24 del luglio e
37 del novembre 1988 (dovendosi infine considerare anche l'importante rilievo
della legge 22 del luglio 2003 in materia di procedure concorsuali). Ma
riferimenti per una prima riflessione utile offrono già le disposizioni che se
integrano l'ordinamento di settore con numerose regole di diverso oggetto
particolarmente interessano per quanto ne risulta in punto di assetto
organizzativo e missioni della pubblica vigilanza assegnate in competenza alla
CNMV. Più che involuti discorsi di introduzione alla analisi di un materiale
normativo assai complesso, per fare chiarezza e avviare una discussione davvero
utile sarà bene trascrivere quanto si ritrova in ogni elementare rassegna delle
disposizioni intese a definire le grandi linee del sistema.
E ancor prima sarà bene considerare quanto si legge nella Exposición de motivos
de la Ley del Mercado de Valores che (evocando le progettazioni di intervento
normativo avviate già nel corso degli ultimi anni Settanta) indica con chiarezza
le finalità di una legislazione intesa a secondo una < visión global de la
ordenación de los mercados de valores > dichiaratamente pensata in funzione
di una economia finanziaria da considerare sempre più come parte . E se ampio
spazio si riserva ad una normazione secondaria di fonte regolamentare con i
caratteri di flessibilità necessari per adeguare l'ordinamento del settore
all'incessante evolvere dei modi di essere dell'economia finanziaria < en el
entorno financiero nacional e internacional >, già le disposizioni della
legge configurano una disciplina con caratteri di completezza, < pieza
central de la reforma > essendo appunto < la creación de una Comisión
Nacional del Mercado de Valores, que se concibe como una entidad de derecho
público con personalidad jurídica propia>, e resa contestualmente titolare
dei poteri occorrenti per assicurare .
Più precisamente alla Comisión Nacional del Mercado de Valores < se
encomiendan la supervisión e inspección de los mercados de valores y de la
actividad de cuantas personas físicas y jurídicas se relacionan en el tráfico
de los mismos, el ejercicio sobre ellas de la potestad sancionadora y las demás
funciones > che il successivo evolvere dell'ordinamento possa aggiungere
alla competenze della autorità di vigilanza. In ogni caso missione e
fondamentali competenze della Comisión Nacional sono assicurare la dovuta
transparencia dei mercati ma anche una corretta formazione dei prezzi degli
strumenti finanziari così come la protección de los inversores. Tutela degli investitori
che variamente esige vigilanza informativa e perciò flusso di informazioni al
mercato insieme con una vigilanza di genere continuativo estesa all'intero
insieme delle sociedades que emiten valores para ser colocados de forma pública
ma anche riferita alla dinamica dei mercati secondari dove si trattano valori
mobiliari .E come dovunque massimamente rilevano le garanzie di pubblico
controllo quanto ad empresas que ofrecen servicios de inversión.
Imprese di intermediazione mobiliare assoggettate ad una speciale disciplina
che presenta caratteri di particolare interesse considerato che alla Comisión
Nacional del Mercado de Valores si assegnano anche competenze di supervisión
prudencial così da garantire sia la seguridad de las transacciones sia la
solvencia del sistema. Altro ancora si dovrebbe poi precisare. Nel comparto
della gestione di risparmio operano quali Instituciones de Inversión Colectiva
numerose entitades a disciplina particolare, quali sono le sociedades de
inversión (tanto mobiliarias che inmobiliarias) ma anche fondos de inversión
(anch'essi mobiliarios o inmobiliarios). Naturalmente parte importante
dell'industria dei servizi finanziari sono anche gli intermediari che offrono
diversa tipologia di Servicios de Inversión, e principalmente le Sociedades y
Agencias de Valores che svolgono come loro attività la asesoría y a la
compraventa de valores. Alla gestione personalizzata di portafolio finanziario
provvedono Sociedades Gestoras de Cartera in posizione di intermediari che sono
appunto entitades orientadas a la gestión de patrimonios individuales y
constituidos fundamentalmente por valores. E si consideri limportante funzione
di Bolsas y Mercados Españoles (in via breve BME).
Sua funzione istituzionale è la aggregazione operativa delle < diferentes
empresas que dirigen y gestionan los mercados de valores y sistemas financieros
en España> ,a tal fine BME coordinando < bajo la misma unidad de acción,
decisión y coordinación > mercati >de renta variable, renta fija,
derivados >così come < sistemas de compensación y liquidación españoles
>. Organismo e ancora altri mercati finanziari , il sistema che ne risulta
si presenta come la risposta dell'economia finanziaria di Spagna < al nuevo
entorno financiero internacional donde los inversores, intermediarios y
empresas demandan una creciente gama de servicios y productos en un marco de
seguridad, transparencia, flexibilidad y competitividad. >. E dichiarato
obiettivo è l'assicurare anche a mezzo di < una estructura diversificada que
engloba toda la cadena de actividad en los mercados de valores.> .Ma se
questo è il progetto (anche nel caso spagnolo) si rendono necessarie norme e
istituzioni e prassi operative capaci di conseguire contestualmente i risultati
che sia pure in via breve sarà bene precisare ancora una volta.
Risultati di stabilità dei singoli (soggetti e) comparti dell'industria dei
servizi finanziari. Risultati di trasparenza e di corretttezza nell'agire delle
imprese di intermediazione mobiliare. Risultati di efficienza dei mercati considerato
che mercati inefficienti (non sono competitivi e) trasferiscono costi in
eccesso al portafoglio degli investitori. Infine risultati di integrità della
financial economy sempre così esposta al pericolo della criminalità economica,
della black finance e comunque di comportamenti mercantili gravemente devianti
che invariabilmente colpiscono gli investitori più di ogni altro. Quando poi in
modo particolare si guarda (come certamente si deve) a risultati di incremento
delle garanzie di tutela del risparmiatore diventa imediatamente percepibile in
qual misura occorrono garanzie di effettività del principio di concorrenza
perché soltanto la concorrenza tra imprese che offrono strumenti e servizi
finanziari assicura agli investitori la miglior organizzazione del portafoglio
finanziario al miglior prezzo. E se occorre davvero tutto questo davvero molto
è ciò che compete alla Comisión Nacional del Mercado de Valores .
Da ciò il suo dichiarato impegno su molti fronti (che saranno precisati più
avanti) a cominciare da quanto è necessario per migliorare la qualità
dell'informazione dovuta ad investitori e mercato, al tempo stesso
provvedendosi a incrementi della vigilanza in materia di auditing e delle
garanzie di disclosure in ambito societario, così come è forte l'impegno sul
fronte della prevenzione e sanzione delle attività illegali o comunque devianti
che in modo così ricorrente caratterizzano l'operare di taluni comparti
dell'industria dei servizi finanziari. E molto rilevano i poteri di vigilanza
prudenziale (precisati più avanti) che come si sa sono assegnati alla CNMV in
funzione di garanzia di corretto svolgimento delle transazioni di mercato e di
solvency of the system. A tutto ciò si aggiunga quanto oggi è indispensabile
per adeguare le regolamentazioni del mercato mobiliare all'incessante flusso
delle innovazioni di tecnica commerciale e di offerto al pubblico degli
investitori che (ovunque ) caratterizzano l'economia finanziaria di inizio
secolo.
Ne risulta delineata una politica del diritto di fonte regolamentare che tende
progressivamente a rimuovere procedimenti sul modello burocratico ancora così
spesso privilegiato dalle pubbliche amministrazioni, ricercandosi un razionale
punto di equilibrio tra incentivo alla innovazione finanziaria e regole di
protezione dell'investitore (segnatamente l'investitore . E (anche per il
tramite di una significativa partecipazione agli International Forums dove di
questo si discute) altrettanto dichiarata intenzione della Comisión Nacional
del Mercado de Valores è orientare i suoi poteri di regolazione del mercato
mobiliare in direzione di normative capaci di concorrere alla attivazione di un
più efficiente sistema di economia finanziaria fortemente integrata alla scala
europea. Ma al tempo stesso è comprensibilmente forte la insistenza della CNMV
sulla necessità di una regolazione del mercato mobiliare resa affidabile da
uniformi (e rigorose) discipline di garanzia. Ad un progetto di miglior tutela
degli investitori offrono adesso strumenti di significativo rilievo le norme
della già segnalata legge 26 del luglio 2003.
Legge che per una parte opera modificazioni di talune disposizioni del texto
refundido de la Ley de Sociedades Anónimas del 22 dicembre 1989 e per altra
parte aggiunge un nuovo titolo alla legge 24 del luglio 1998, assegnando alla
CNMV nuove competenze quanto alla disciplina delle società che per essere
cotizadaz sono maggiormente presenti sul mercato di raccolta del capitale di
rischio. Si muove in modo particolare dall'assunto che per esse tanto più deve
considerarsi < fundamental el principio de la transparencia> a garanzia
di un < correcto funcionamiento de los mercados financieros >, perciò
occorrendo che < se transmita al mercado toda la información relevante para
los inversores, que la información que se transmita sea correcta y veraz, y que
ésta se transmita de forma simétrica y equitativa y en tiempo útil.>. Da ciò
(non una normativa di vincoli per eccesso ma pur sempre) un regime stabilito da
prescrizioni che esigono trasparenza di soggetti e di attività sociali ,con
riguardo al governo dell'impresa ,a possibili situazioni di conflitto di
interesse e molto altro ancora. E da ciò un ulteriore incremento dei poteri di
vigilanza della Comisión Nacional del Mercado de Valores stabiliti da disposizioni
che meritano la maggior attenzione appunto per le nuove discipline delle
società che operano raccolta di risparmio sul mercato del capitale di rischio.
(*) In queste pagine si trascrive una prima parte dell'intervento da svolgere
nel corso di un organizzato alla facoltà di giurisprudenza dell'Università di
Roma
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