Diritto Fallimentare


Il Caso.it, Sez. Giurisprudenza, 9460 - pubb. 01/07/2010

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Appello Catanzaro, 22 Luglio 2013. .


Ricorso di fallimento – Accertamento dei presupposti e onere probatorio a carico del debitore di cui all’art. 15 l. fall. – Mancata allegazione e conseguenze – Potere di indagine del Tribunale – Sussistenza.



Permane un ampio potere di indagine officioso in capo allo stesso organo giudicante (v. Corte cost. 1° luglio 2009, n. 198), atteso che “significative parti della complessiva normativa in materia” valgono a smentire l’assunto secondo il quale “la vigente disciplina attribuirebbe in via esclusiva al fallendo la prova della sua non assoggettabilità al fallimento, vietando al giudice la possibilità di acquisire aliunde, o tramite l’apporto probatorio delle altre parti del procedimento gli elementi necessari per verificare la sussistenza dei requisiti richiesti” (v. Cass. 5 novembre 2010, n. 22546). (Francesco Fimmanò) (riproduzione riservata)

L’onere del ricorrente circa la dimostrazione del presupposto oggettivo per la dichiarazione di fallimento deve essere indubbiamente valutato sempre alla luce del disposto di cui all’art. 15 l.f. là dove prevede che il debitore deve depositare i bilanci relativi agli ultimi tre esercizi nonché atti da cui risulti una situazione economica aggiornata, e, conferendo un ampio potere di indagine officioso allo stesso organo giudicante, che il tribunale può comunque chiedere informazioni urgenti, potendosi a tal fine avvalere, evidentemente, di ogni organo pubblico a ciò competente. (Francesco Fimmanò) (riproduzione riservata)

Depone in senso sfavorevole alla società debitrice il mancato deposito presso il registro delle imprese, prima da parte dell’amministratore e poi da parte dei liquidatori, dei bilanci d’esercizio, la cui circostanza è invero altamente sintomatica del superamento in negativo, per la società in liquidazione circa il rapporto tra l’attivo e il passivo. La mancata produzione dei bilanci stessi, non può che risolversi in danno al debitore, salvo che la prova dell’inammissibilità del fallimento non possa desumersi da documenti altrettanto significativi (v. Cass. 28 giugno 2012, n. 11007; Cass. 31 maggio 2012, n. 8769). (Francesco Fimmanò) (riproduzione riservata)


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