Bancario


Il Caso.it, Sez. Articoli e Saggi - Data pubblicazione 28/09/2018 Scarica PDF

Competenze informatiche del senior management e alfabetizzazione digitale

Barbara Bandiera, Avvocato in Modena


FinTech, ossia l’innovazione finanziaria nel settore del credito, dei pagamenti, degli investimenti finanziari, sta riformulando i dettami in materia di valutazione dell’idoneità degli esponenti aziendali delle banche e le regole dell’educazione finanziaria. In breve, le conoscenze tecnologiche sono fondamentali sia per il senior management nonché per il personale delle banche sia per gli investitori.

   

Idoneità di chi dirige l’attività delle banche FinTech e formazione del personale

L’innovazione tecnologica nel settore bancario ha dato luogo a un progressivo incremento dei soggetti con modelli imprenditoriali FinTech che fanno il loro ingresso nel mercato finanziario.

La Banca centrale europea (BCE) – che ha l’autorità di rilasciare autorizzazioni all’attività bancaria a tutti i soggetti che intendono operare nell’area dell’euro, inclusi gli operatori FinTech - considera FinTech le banche con “un modello imprenditoriale in cui la produzione e l’offerta di prodotti e servizi bancari si basano sull’innovazione resa possibile dalla tecnologia”.

La direttiva 2013/36/UE (Capital Requirements Directive IV - CRD IV) prevede che i componenti dell’organo di amministrazione possiedano in ogni momento le conoscenze, le competenze e l’esperienza necessarie per l’esercizio delle loro funzioni. Tenendo conto della natura specifica delle banche FinTech e dell’importanza della tecnologia per la loro operatività, la BCE - come precisato nella “Guida alla valutazione delle domande di autorizzazione all’esercizio dell’attività bancaria degli enti creditizi FinTech” del marzo 2018 - interpreta tale requisito quale implicazione che i membri dell’organo di amministrazione, sia con funzione di gestione (membri esecutivi) sia con funzione di supervisione strategica e controllo (membri non esecutivi), debbano possedere pertinenti conoscenze tecniche ed esperienza pratica per poter comprendere i rischi insiti nel modello imprenditoriale FinTech al fine di adempiere le loro funzioni. Un indicatore del soddisfacimento di tale requisito sarebbe la nomina da parte della banca FinTech di un responsabile dell’informatica (Chief Information Technology Officer) all’interno del proprio organo esecutivo.

È significativo per le banche, inoltre, provvedere all’organizzazione di appositi corsi di formazione affinché il proprio personale possa avere un’idonea comprensione delle soluzioni innovative dalle stesse adottate. A tal proposito, va menzionata l’“Opinion on the use of innovative solutions by credit and financial institutions in the customer due diligence process” pubblicata congiuntamente dall’ESMA, dall’EBA e dall’EIOPA nel gennaio 2018, in cui si evidenzia l’opportunità di affiancare al training (obbligatorio) sugli obblighi contemplati dalla normativa antiriciclaggio quello avente ad oggetto le citate soluzioni innovative.

   

Educazione finanziaria e nudge

Sia l’alfabetizzazione finanziaria che quella digitale – ha sottolineato il Parlamento europeo nella “Relazione sulla tecnologia finanziaria: l'influenza della tecnologia sul futuro del settore finanziario” dell’aprile 2017 - sono fattori cruciali per un impiego efficiente della tecnologia finanziaria e un minor rischio nell’ambiente FinTech. L’adeguata educazione finanziaria dei consumatori al dettaglio e degli investitori è necessaria affinché la tecnologia finanziaria possa diventare uno strumento concreto per l’inclusione finanziaria e consentire ai consumatori e agli investitori che sono sempre più esposti a prodotti e servizi di investimento personalizzati immediatamente accessibili di adottare autonomamente valide decisioni finanziarie in merito a tali offerte e di cogliere appieno tutti i rischi derivanti dall’uso di tecnologie innovative. La diffusione di servizi di consulenza automatizzata, ad esempio, può amplificare gli errori connessi alla percezione e all’assunzione di rischio da parte di investitori con un basso livello di cultura finanziaria. Occorre accrescere l’educazione e le competenze digitali nel settore finanziario, all’interno degli organismi di regolamentazione e della società in generale, ivi inclusa la formazione professionale.

In data 30 maggio 2018, è stato pubblicato il reportThe Application of Behavioural Insights to Financial Literacy and Investor Education Programmes and Initiatives” a cura di IOSCO e OECD, che esamina come l’apporto delle scienze comportamentali possa essere utilizzato nell’ambito delle iniziative di alfabetizzazione finanziaria.

In tale report, si richiama la nozione di “nudge” (dall’inglese nudge theory -  teoria della spinta gentile), che appare come uno strumento particolarmente interessante per rispondere a determinate sfide sociali, ambientali ed economiche. Tra tali sfide, si annoverano quelle rappresentate dalle innovazioni tecnologiche, le quali, come sopra delineato, sollevano ulteriori criticità per la tutela degli investitori.

Due studiosi americani, Richard Thaler (professore di economia a Chicago e figura di spicco dell’economia comportamentale) e Cass Sunstein (professore di diritto all’Università di Harvard) hanno pubblicato nel 2008 la prima opera sui nudge (“Nudge: Improving Decisions about Health, Wealth, and Happiness”), la quale si fonda sull’idea che i cambiamenti del comportamento devono basarsi su “incentivi gentili”. Gli autori definiscono il nudge come «qualsiasi aspetto dell’architettura della scelta che alteri in modo prevedibile il comportamento delle persone senza vietare alcuna opzione o modificare in maniera significativa gli incentivi finanziari». Per essere considerato un semplice nudge, l’atto deve poter essere evitato agevolmente, i nudge non hanno assolutamente carattere vincolante.

Il nudge è diretto a concepire delle “architetture delle scelte”, che mettano in risalto la scelta reputata vantaggiosa per l’individuo e/o la collettività, senza modificare il numero né la natura delle opzioni disponibili. Si tratta di spingere il consumatore o l’utente verso una scelta considerata migliore.

Tra i nudge più conosciuti, va rammentato quello realizzato nel 2009 dalla Volkswagen, che ha trasformato a Stoccolma la scala che porta verso l’uscita dalla stazione Odenplan in un’enorme tastiera di pianoforte. Mettendo il piede su un qualsiasi gradino si attivava una nota musicale. Lo scopo era quello di indurre gli utenti a utilizzare le scale anziché le scale mobili.

Il nudge non sostituisce le iniziative educative volte a orientare la scelta degli individui.

Nel lancio di iniziative di financial education, dunque, non si potranno omettere tra le tematiche da trattare quelle legate agli sviluppi tecnologici più recenti e alle relative applicazioni alla finanza (FinTech), così come indicato anche nel paperLe sfide dell’educazione finanziaria” pubblicato dalla Consob nell’ottobre 2017.


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