Diritto Civile


Il Caso.it, Sez. Giurisprudenza, 10992 - pubb. 12/08/2014

Scambio degli embrioni: è madre chi partorisce

Tribunale Roma, 08 Agosto 2014. Est. Silvia Albano.


Procreazione medicalmente assistita – Creazione di embrioni in vitro con patrimonio genetico della coppia – Impianto, per errore, nell’utero di altra donna (membro di altra coppia) – Scambio di embrioni – Contrasto tra le coppie in ordine al riconoscimento della responsabilità genitoriale – Titoli genitoriali diversi – Titolo genetico della coppia che ha dato l’embrione – Titolo biologico della coppia che ha partorito – Soluzione – Preferenza per la coppia biologica – Prevalenza del titolo vantato dal genitore che ha partorito – Sussiste



Nel caso in cui due coppie intendono assumersi la responsabilità genitoriale sui nascituri sulla base di due diversi titoli genitoriali, quello genetico e quello biologico, di chi ha portato avanti la gestazione, è a quest’ultima coppia che deve essere data prevalenza. Pertanto, nel caso di errato impianto di embrioni (con patrimonio genetico di altra coppia nell’utero di altra donna), è madre la persona che ha portato a termine la gravidanza. In altri termini, è nell’utero materno che la vita si forma e si sviluppa e, conseguentemente, la maternità biologica prevale su quella genetica. La letteratura scientifica, d’altro canto, è unanime nell’indicare come sia proprio nell’utero che si crea il legame simbiotico tra il nascituro e la madre. D’altro canto è solo la madre uterina che può provvedere all’allattamento al seno del bambino. (La vicenda ha ad oggetto lo scambio di embrioni avvenuto presso l’Ospedale Pertini in Roma, al quale due coppie si erano rivolte per ricorrere alle tecniche di procreazione medicalmente assistita, attraverso la creazione di embrioni in vitro con gli ovociti ed il seme delle coppie. Per un fatale errore umano gli embrioni formati col patrimonio genetico dell’una coppia sono stati impiantati nell’utero dell’altra e viceversa. E’ andato a buon fine solo uno degli impianti. La coppia titolare del patrimonio genetico impiantato per errore nell’utero di altra donna, facente parte dell’altra coppia, ha promosso giudizio cautelare per il riconoscimento di diritti sui minori nati a seguito dell’impianto. Il giudice ha dato torto ai ricorrenti). (Redazione IL CASO.it) (riproduzione riservata)


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